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Era fatta così.
Solo anni dopo capì quel suo modo di cambiare frequentazioni così assiduamente, credo che fosse una ricerca: la ricerca di una piccola felicità.
La prima volta che facemmo amicizia fu quando avevo tredici anni, lei diciassette. Ogni giorno ci incontravamo con altri ragazzi dentro le lunghe ore calde, e vuote di un'estate limpida e lieta come noi.
Eravamo amici, già allora, però, subivo la sua persona e il suo carattere: forse per l'incolmabile distanza che c'era dal mio.
Era già una donna sinuosa e procace, con un fascino anonimo che rapì i miei occhi.
Poi svanì.
Forse aveva continuato la sua ricerca di quella piccola felicità, chissà dove e con chi.
Ritornammo ancora a vederci dopo tre anni, ogni giorno, al bar. Non era il tipo di ragazza da invidiare per la sua bellezza, ma sembrava fatta di un materiale indelebile: più la conoscevo e più mi restava appiccicata la sua persona addosso come una patina vischiosa.
Quasi sempre era allegra, sembrava che riuscisse a tenere i piccolissimi granelli della sua giovane vita stretti nella sua mano senza perderne nemmeno uno.
Io invece, già allora, non riuscivo nemmeno a stringere correttamente la mano.
Credo che quello sia ... [segue »]
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