Viaggio nello Yemen
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...il capo e vedo le ragazze che indossano lo chador, stanno calando il velo nero sul volto. Penso che sia incredibile come poche ore prima in Italia vestivano all'occidentale ed ora, nel loro paese vestano in modo completamente differente. Arriviamo alla dogana con l'immancabile controllo dei visti e dei passaporti, come al solito mi lascio intenerire dai bambini e do la precedenza a una donna dal volto coperto che mostra non uno ma 30 passaporti dei tanti bambini al suo seguito... non mi scompongo, attendo fiducioso e non mi avvalgo dello status di diplomatico, penso che tutto deve andare tranquillo, ho tanto tempo davanti. Ritiro le valigie che questa volta sono arrivate tutte ed uscendo nell'atrio dell'aeroporto noto immediatamente degli uomini con la jambiya; il caratteristico pugnale ricurvo, che per forma, colore e finiture identifica tribù, etnie e regione. Ci sono tre uomini ad attendermi, è la mia scorta in un paese ostile, mi individuano subito, i miei tratti somatici da occidentale nordico non lasciano dubbi. I miei angeli custodi mi attendevano da due ore, facciamo conoscenza e subito nasce l'intesa voluta Uscendo dall'aeroporto uno Yemenita mi aiuta, certo della lauta mancia che avrei lasciato, carichiamo i bagagli su un ... [segue »]
Composto domenica 29 luglio 2012
dal libro "Tutti i giorni dimenticati" di Marco Giannetti
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