"Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare", Ed. Salani, 1996
Capitolo: Capitolo sesto, parte seconda "Fortunata, davvero Fortunata"Scegli la pagina:
...un sgradevole incontro con lo scinpanzé.
"Non fare la cacca in giro, uccellaccio!" strillo Mattia.
"Perché mi dice questo, signora scimmia?" domandò timidamente Fortunata.
"Perché è l'unica cosa che sanno fare gli uccelli. La cacca. E tu sei un uccello" ripeté sicurissimo lo scinpanzé.
"Si sbaglia. Sono un gatto, e molto pulito" ribatté Fortunata cercando la simpatia della scimmia. "Uso la stessa cassetta di Diderot".
"Ha ha ha! Il fatto è che quel mucchio di sacchi di pulci ti hanno convinto che sei una di loro. Ma guardati il corpo: hai due zampe, mentre i gatti ne hanno quattro: Hai le piume mentre i gatti hanno il pelo. E la coda? Eh? Dove hai la coda? Tu sei matta come quel gatto che passa la vita a leggere e a miagolare "Terribile! Terribile!" Stupido uccellaccio! E vuoi sapere perché ti viziano i tuoi amici? Perché aspettano che tu ingrassi per fare un bel banchetto. Ti divoreranno con le piume e tutto il restostrillò lo scimpanzé.
Quella sera i gatti si stupirono che la gabbianella non venisse a mangiare il suo piatto preferito: i calamari che Segretario trafugava dalla cucina del ristorante.
Molto preoccupati la cercarono, e fu Zorba a trovarla,... [segue »]
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