"Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare", Ed. Salani, 1996
Capitolo: Capitolo sesto, parte seconda "Fortunata, davvero Fortunata"Scegli la pagina:
...triste e avvilita, fra gli animali imbalsamati.
"Non hai fame, Fortunata? Ci sono i calamari" spiegò Zorba.
La gabbianella non aprì becco.
"Ti senti male?" insisté preoccupato Zorba. "Sei malata?"
"Vuoi che mangi per farmi ingrassare?" domandò lei senza guardarlo.
"Perché tu cresca sana e forte" rispose Zorba.
"E quando sarò ingrassata, inviterai i topi a mangiarmi?" stridette con i lucciconi agli occhi.
"Da dove tiri fuori queste sciocchezze?" miagolò deciso Zorba.
Lì lì per scoppiare a piangere, Fortunata gli riferì tutto quello che Mattia le aveva strillato. Zorba le leccò le lacrime e all'improvviso si sentì miagolare come non aveva mai fatto prima.
"Sei una gabbiana. Su questo lo scimpanzé ha ragione, ma solo su questo. Ti vogliamo tutti bene, Fortunata. E ti vogliamo bene perché sei una gabbiana, una bella gabbiana. Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. Non abbiamo potuto aiutare tua madre, ma te sì. Ti abbiamo protetta fin da quando sei uscita dall'uovo. Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. Ti vogliamo ... [segue »]
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