Deca(y)des
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...con un favellare incandescente, liquido, come un inferno le cui strutture vadano piano piano sciogliendosi nelle braci, propinandole distorte rivisitazioni del culto scomparso da secoli, dell'uomo che sulla croce diede la vita, mentre in lontananza, accompagnate dal levarsi di colonne di morbida e candida polvere, tuonavano le bombe in caduta libera.
La decadenza della decade appena trascorsa rifletteva la sua perversione nei volti, negli occhi, negli arti e nelle voci dei fedeli, espandeva le sue entropiche ali fra le guglie e le volte crollate, involandosi infine nel cielo ansante e disfatto, ammantando il globo con il suo tiepido orrore.
Figli di questa decadenza, gli accoliti si facevano plasmare le menti dalle parole roventi del predicatore, che si insinuavano strisciando come magma ultracido nelle piaghe suppuranti dei loro cervelli.
"Figli del veleno, posseduti dal graveolente demone della sopravvivenza, questa decade di morbosi costumi volge al tempo della fine. I vermi dell'incosciente sviluppo tecnocratico hanno roso i nervi della moralità, precipitandoci ancora una volta nella Grande Barbarie. Le nostra ossa, vetrificate nella nostra carne, gemono e stridono dal terrore, mentre ci avvolge un angoscia che supera ogni timore, che schiaccia ogni desiderio. Tuttavia, che i vostri cuori non siano toccati da tale ... [segue »]
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