Alla scoperta dell'anima
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...- comprende, in primo luogo, la vigilanza, coscienza intesa come veglia attiva (il pensiero di esistere), indi la consapevolezza della propria esistenza (come prodotto d'amore) ed infine la coscienza morale (il buon senso della vita, depositaria della verità).
Proprio alla luce di pensiero, amore e coscienza si ha certezza della vita immortale perché queste tre entità sono fuori dal tempo e dallo spazio, coordinate corporali, supporti della materia finita e, pertanto, connotazioni mortali.
Procedendo con ordine all'analisi di tre queste entità, la vigilanza o veglia attiva, da un punto di vista neurofisiologico, rappresenta il più basso livello di integrazione psichica e chiama in causa il pensiero, quel cogito cartesiano che, dopo tanti suoi dubbi, prende certezza della propria esistenza e presenza nella realtà tangibile con la sua percezione attraverso i sensi.
Esistere, però, non è solo passiva percezione del proprio corpo (chi sono), ma è prendere coscienza (consapevolezza) di sé come prodotto d'amore (da dove vengo) con la coscienza morale, luce della verità (dove vado), ad indicarci la retta via, come la stella dei Re Magi.
Qui naturalmente entra in scena Socrate, il padre della filosofia con la famosa frase "gnothi sautòn (forse carpita a Talete, il padre della scienza),... [segue »]
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