Scritto da: CLAUDIO CISCO

Il vecchio e la ragazza


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...appartenere esclusivamente ad un vecchio della sua età, ma più la considerava irraggiungibile e più sentiva crescere dentro il desiderio di averla. Se fosse stato un uomo normale, forse per vergogna, paura o sensi di colpa, probabilmente avrebbe cancellato subito dalla mente quegli strani pensieri. Ma lui artista solitario, lui spirito libero, lui eterno bambino sempre in volo senza logica nè equilibrio, folle di malinconia, di disperazione, di solitudine, di tenerezza, altro non era in grado di fare se non lasciarsi totalmente trasportare e tormentare dalla magica ossessione per quella giovane creatura, nè donna e nè bambina. Come un vecchio mendicante ormai solo ed esausto, chiedeva disperatamente ad una ragazzina che non aveva colpa, l'elemosina d'un amore che mai avrebbe potuto dargli. Come fari abbaglianti nel buio, i suoi pensieri ossessivi sparavano su egli stesso. Per tutta la notte, senza chiudere occhio, Mosè continuava senza sosta il suo patetico e infantile monologo: “Forse ha litigato col suo ragazzo e per fargli un dispetto va col primo che capita, nel paese non c’era nessuno a quell’ora e ha capitato me. No, non può essere, non l’avrebbe fatto con un vecchio, a tutto c’è un limite. Però mi ha detto che non ... [segue »]

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