Scritto da: Cleonice Parisi

La porta che non c'era


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...la voce fosse stata quella di mia madre, non ci sarei entrata lo stesso, ma non so per quale strano incantesimo mi fidai, ed entrai. Come nei migliori film dell'orrore, non appena entrata, la porta alle mie spalle si chiuse immediatamente, lasciandomi nella più totale oscurità.

In effetti me lo aspettavo, di solito il mio io, avrebbe gridato ai quattro venti, "cretina lo sapevi", ed io gli avrei creduto come sempre, invece tacque, in quella stanza la mia voce di dentro tacque per la prima volta.

Non riuscivo a comprendere di che materiale fosse fatto il pavimento, quindi tentai di tastarlo con una mano, ed ebbi una amara sorpresa, il pavimento non c'era, galleggiavo nel buio. Una strana serenità, che sembrava non mi appartenesse, era in me, come se mi avessero drogata, o qualcosa di simile, ero pienamente capace di sentire, vedere, parlare, pensare, cercavo in me l'agitazione, il panico, l'orrore che in una situazione di palese pericolo ti accompagna, ma stavolta non era così, ero serena e senza paura.

Mentre mi si arroventava il cervello, su questa strana sensazione, nel buio totale, apparvero in fila indiana delle stelline di luce sembravano mi segnassero la via da seguire, e poi ... [segue »]

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    Info

    Scritto da: Cleonice Parisi
    Riferimento:
    Concorso Città di Salerno (V Edizione) - Menzione di Onore
    XIII Premio letterario internazionale
    "Jacquès Prèvert" 2006
    Opera segnalata dalla Giuria con Attestato di merito e proposta di pubblicare in volume
    con la Montedit.

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