Scritto da: Cleonice Parisi

La porta che non c'era


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...chiusi gli occhi. Piansi innalzando una preghiera al cielo:

Vorrei morire, ma ho paura di morire.

Mi pentì immediatamente di quello che avevo detto, ma in fondo avevo imparato dalla vita, a non mentire mai a me stessa, anche le più nere sensazioni dovevano venire fuori. Erano tutte lì a ricordarmi il fallimento di una vita, e la sofferenza che ora mi procuravano mi avrebbe aiutato ad affrontarle. Bisogna riconoscere il proprio male, solo così saremo in grado di combatterlo, ed io il mio male lo avevo riconosciuto, ero stanca di vivere.

Mi lasciai andare a questo attimo di amara riflessione, che forse un po' giustificava le mie parole, in fondo il mio mondo al quale ero fusa anima e corpo, era crollato miseramente in ogni suo aspetto.

Mentre ancora giacevo raggomitolata nel carro e il dolore della rassegnazione attanagliava il mio cuore, vidi un piccolo coniglio bianco, saltellare sul sentiero, cercava cibo, presi un po' di fieno, e glielo portai.

Anche se la mia vita era difficile, avrei potuto aiutare lui. Lo presi con me, e continuai a camminare lungo il sentiero. In pochi istanti la mia mente aveva ritrovato uno scopo per camminare ancora, grazie a un piccolo coniglio ... [segue »]

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    Info

    Scritto da: Cleonice Parisi
    Riferimento:
    Concorso Città di Salerno (V Edizione) - Menzione di Onore
    XIII Premio letterario internazionale
    "Jacquès Prèvert" 2006
    Opera segnalata dalla Giuria con Attestato di merito e proposta di pubblicare in volume
    con la Montedit.

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