Una buona ragione
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Nel parcheggio del supermercato fa freddo.
E'all'aperto e la serata è rigida, poi, in questo spazio con pochi alberelli giovani e magri, il vento la fa da padrone, ed è un vento di dicembre, compie il suo dovere di buon vento gelido che ti accende il desiderio di casa...
Il ragazzino compare da dietro una siepe divisoria, è vestito bene, pulito, ha la pelle scura, non mi ha visto.
Si ferma di scatto, ha l'affanno della corsa e, a un tratto, comincia a piangere.
Il pianto è intenso, disperato. È come se avesse aperto una diga: un fiume in piena.
Piange, singhiozza, ogni tanto grida con voce roca, parole incomprensibili.
Passano alcuni minuti, non accenna a smettere, qualcuno guarda, rallentando il suo percorso frettoloso, poi guarda me e scappa via, ben contento di non avere responsabilità.
Già, ma il bambino è proprio davanti alla mia auto, non posso andare via...
Non ho mai sopportato troppo i bambini: capricci, febbre, manine appiccicose... io sono una persona metodica, ordinata, amo le cose belle di cui mi sono circondata lavorando sodo...
- Ciao
Il piccolo alza gli occhi su di me e li conficca nei miei: sono neri, pieni di luce, le lacrime residue ... [segue »]
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