Polvere di mare


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...vedette bellicose che soffiavano in corni di mastodonte. Le genti scellerate delle Falesie lo catturarono e risero della sua oceanica follia, ignari di cosa fosse il talento dei cacciatori di sogni. Sebastian visse per molti anni in catene alla corte del Re delle Falesie, e vide gelare uno dopo l'altro quei tiranni, le loro mogli e i loro figli, perché è scritto, diceva il poeta del mare, che i popoli privi di leggende e di sogni sono condannati a morire di freddo.
Il canto delle balene che inseguivano l'aurora boreale incrinò l'agghiacciante solitudine delle Falesie e Sebastian riprese il mare, ispirato da stelle che non tramontavano mai. Approdò alle spiagge ciottolose del Fiordo Lagrimoso, abitato da gente che cacciava con arpioni d'avorio ed ascoltava pensierosa le tristi melodie soffiate dal vento tra le bianche ossa dei capodogli arenati. Gli dissero che nessuno era mai andato di là dai ghiacci, e lui disse che oltre le Isole di Cristallo si distendeva un'ampia e dolce baia chiamata Mare di Zaffiro, dove dimorava una stirpe della quale il vecchio poeta sussurrava appena il nome: gli Immortali.
La gente del Fiordo da allora tramandò una storia un po' più lunga da raccontare intorno al fuoco per costringere all'indugio il languido sole della breve estate, una storia che parlava di uno straniero arrivato dall'oceano, un Dio al timone di una nave bianca che filava svelta oltre le cascate di quell'orizzonte dove tutto è soltanto polvere di mare.

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