Scritto da: Giuseppe

Biciclette Gotiche


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...canzonati e un po' coccolati, vagare da un'osteria all'altra a mendicare "goti" di vino d. O. c. (denominazione di origine carente) con occhi sempre più lucidi e gambe sempre più malferme fino alla catalessi serale.
Tapeta arrivava da Asparetto, con l'immancabile cassetta da frutta legata sul portapacchi della bici, piena di non so che. La pedalata, nel primo pomeriggio ancora sciolta, si faceva sempre più pesante verso sera, quando, ombroso e ondeggiante, se ne tornava a casa.
Tarcisio era meno vagabondo. Nelle prime ore del pomeriggio effettuava brevi spostamenti da un locale all'altro salendo in bici al volo dopo una breve rincorsa. Era un modo per dimostrare la sua lucidità. Ma irrimediabilmente, dopo un numero imprecisato di quartini e dopo l'ennesimo racconto del suo sfortunato matrimonio con la bella russa - che lo aveva lasciato portandosi via i figli - la lucidità lo abbandonava. Non di rado, tentando di saltare in sella cadeva dall'altra parte. Solo la solidarietà degli altri avventori, che lo tenevano in equilibrio nei primi metri, gli consentiva di tornare a casa.
Borasco era il più tranquillo: parlava educatamente con tutti. Ti offriva un bianco e, al tuo cortese e scontato rifiuto, chiedeva a te di offrirgliene uno! Del parroco diceva: "È un buon prete, è anche un buon cristiano, però... non posso dirgli nulla" Cosa significasse la frase non si sa. Si portò il segreto nella tomba, morto annegato in una pozzanghera di via Tencarol, a pochi metri da casa. Caduto dalla bicicletta con la bocca nell'acqua, non aveva trovato la forza di spostarsi. Che strano destino, per uno che beveva solo vino!

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    Scritto da: Giuseppe

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    postato da , il
    Bella e commovente,come  le  storie di vasco  pratolini

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