Memorie di una licantropa
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Un rivolo di sangue scendeva dalla sua bocca, ai cui lati scintillavano due canini affilati come rasoi. Gli occhi attenti e rossi da assassino mi fissavano. Ripensai a quelle parole "se uno sguardo potesse uccidere..."
Un brivido freddo mi percorse la schiena. Arretrai con calma e lui avanzò impercettibilmente con eleganza. La Luna rendeva la sua pelle ancora più bianca e splendente, in contrasto con i capelli neri e lucidi che gli incorniciavano il viso famelico. Avevo paura ma ero anche ipnotizzata da così tanta bellezza e perfezione... Scacciai via quel pensiero e continuai ad arretrare. Lui si muova con me, avanzando silenzioso e agile come una volpe che sta per agguantare la sua preda, che ero io. Era sempre più vicino e mi accorsi troppo tardi di quello che stava facendo: ero intrappolata in un vicolo, da sola e di notte. Aveva abbandonato la donna, ormai cadavere, sulla strada dopo averle succhiato tutto il sangue caldo e rosso che aveva in corpo e adesso voleva fare lo stesso con me. Capii che quella era la fine di tutto. Chiusi gli occhi e per la prima volta nella mia vita, desiderai di essere un mostro capace di distruggerlo.
Stranamente, da ... [segue »]
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