Io per i genitori sono e sarò sempre un allenatore incapace
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Mi chiamo Milco, sono un allenatore di "quartiere" alleno nei settori giovanili di calcio, e vi racconto con ironia il perché del titolo di questo mio racconto.
I genitori non sono e non saranno mai contenti e la loro infelicità diventa un mio limite. Ho partecipato per tre anni a un campionato categoria giovanissimi f. I. g. C. denominato "far play".
Questo campionato aveva due regole principali. La prima era che la partita era suddivisa in tre tempi da venti minuti ciascuno e inoltre vigeva l'obbligo di far giocare per un tempo tutti i ragazzi che erano a disposizione in panchina. I sette cambi io li facevo sempre all'inizio del secondo tempo, in più ovviamente cerano tutte le altre regole comuni del gioco del calcio.
Ho venti giocatori in rosa e di conseguenza quaranta genitori.
Finito il secondo allenamento settimanale, il regolamento f. I. g. C. mi consente di "portare" in distinta solo diciotto giocatori (11 titolari e sette a disposizione), quindi ahimè due ragazzi non posso convocarli. Pronti via ecco che per i quattro genitori di quei due ragazzi non convocati io sono un allenatore incapace. Dai Milco, non ti abbattere, ne hai ancora trentasei che ti stimano.
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Composto sabato 10 aprile 2010
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