Il suo sguardo
Quando incrociai quello sguardo, rimasi esterrefatto, era uno sguardo già vissuto in precedenza?
Uno di quegli sguardi in cui dimora tanta dolce fanciullezza quanta filosofica consapevolezza, il tutto ed il Nulla...
Uno di quegli sguardi al quale puoi chiedere di scrutare sull'orlo dell'abisso dei dannati dell'inferno o percorrere la superficie della luna, di viaggiare nel cielo come una cometa, o posarsi sui fondali marini in compagnia dei cavallucci... uno sguardo che coglie l'infinito in un filo d'erba e la magia della luce del mattino che attraversa le serrande socchiuse intrisa di particelle di polvere danzanti.
Uno di quegli sguardi per cui potresti vivere, uccidere e morire.
Ci sprofondai dentro, percorrendo meravigliosi viali di conchiglie, splendide spiagge dalla sabbia di zucchero, incancellabili favole e... paludi melmose di scintillanti sogni invischiati in putrido petrolio.
E piansi... per la prima volta piansi per un dolore che non era il mio, piansi tanto da desiderare immensamente che diventasse solo mio per estirparlo da tanta purezza!
Odiai come non avevo mai fatto la natura umana, odiai il mondo ed odiai Dio, avrei lacerato la sua carne strappandolo giù dalla sua croce ed avrei brindato con il suo sangue... ma poi pensai che tanta immensa bellezza era frutto anche di così tanto silenzioso pianto.
Sarei dovuto fuggire subito da quello sguardo, ma era tutto ciò che stavo cercando e molto di più...
Non sapevo se sarei mai riuscito ad arrivare sino a quella Torre, ma sapevo che quello sguardo era entrato tanto nella mia anima da divenire il mio stesso sguardo...
Composto martedì 27 aprile 2010
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