Scritto da: Giovanni Barra

L'aquilone


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A volte, quando finisco di lavorare tardi, e sono stanco, mi capita spesso di stare a casa in camera mia, distendermi sul letto, chiudere gli occhi e attacco a ragionare, a riflettere, a progettare con la mia fantasia. Desidererei scappare via dalla realtà così deprimente, e se potessi realizzare un punto d'aiuto con l'immaginazione, disegnando con la fantasia quel che sarà in avvenire. E in questo modo inizio a rilassarmi, a lasciarmi sfuggire con i pensieri, per ricercare il principio di quest'avventura, la realtà! Ero adolescente, spensierato, talmente felice. Invece un giorno con molta impazienza, diventai un maggiorenne, un individuo maturo, per la società. Ma poi, man mano che il tempo correva via, mi rendevo conto, di presentarmi adulto davanti a quei miei problemi ancora del tutto non capiti. Mi arrivano in mente i ricordi più belli, quelli di un'infanzia speciale, irripetibile, pensierini di una giovinezza saccheggiata dall'amarezza che esclusivamente l'amore conosce. Cerco di aprire gli occhi, ma c'è qualcosa che mi blocca! Sì, è proprio la stessa cosa che mi fa battere il cuore, ciò che fa brillare gli occhi, quella che ti fa toccare il cielo, la felicità. Perché mi ricompaiono in testa i tempi disarmonici, mentre credo ... [segue »]
Composto giovedì 27 maggio 2010

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