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...una finestra parzialmente socchiusa da un'anta arrangiata e fatta con assi di legno marcito, si intravvedeva una luce soffusa. Dall'interno provenivano gemiti di sofferenza quasi soffocati. Una donna sola e distesa su di un lettino sgualcito, stava partorendo il frutto di un falso amore svanito nelle fitte e nere ombre dell'indifferenza qualche giorno prima... Ecco!... i gemiti improvvisamente aumentano... altre contrazioni sempre più frequenti, più forti e dolorosi... Ecco... stà uscendo... Forza... forza...
Il canto soave del vagito di un bimbo appena nato si espande tutto intorno alla casetta rompendo il silenzio della notte, persino i pochi animali che dormivano all'addiaccio, si svegliarono a quel canto melodioso che li invitò ad avvicinarsi alla casupola, nel mentre, tra le lacrime, la giovane donna riesce a tagliare il cordone ombelicale poi si alza, lava la sua creatura con dell'acqua appena tiepida ed infine l'asciuga avvolgendola in uno scialle di lana colorata, restando poi a guardare in silenzio, ma con occhi colmi di tanta espressiva tenerezza, quel piccolo fiore, carne della sua carne, ma il pianto della bimba la desta dal suo torpore. Lei ha fame e quindi l'avvicina al suo seno gonfio di linfa vitale e la bimba si acqueta suggendo avidamente ... [segue »]
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