Scritto da: Paolo Melotto

Giunge l'arcobaleno


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...sole giallo e sorridente.
Fa freddo qua, vorrei solo avere occhi adatti a vedere in questo buio impenetrabile.

"... Non piangere bambino, dov'è la tua mamma?... Il testamento non cita il vostro nome... Carica il defibrillatore..."

Sono appena caduto, non lo vedi?
Mi asciugo le lacrime e mi guardo il ginocchio sbucciato.
Ma chi sto prendendo in giro?
Io ti ho mentito. Io ho paura.

... Non guardarmi così mentre vado via. Tornerò a prenderti, ti porterò un cerotto e un po' d'acqua per lavarti quel ginocchietto...

Piango perché ho paura.
Ti prego dimmi che non mi dimenticherò mai e poi mai di te.
Non voglio diventare stupido e ottuso.
Voglio essere sempre sveglio per averti accanto.
Non c'è dolore nelle tue parole.
Camminiamo insieme, Io, Il bambino, Il vecchio.
Il bambino, perso nei meandri di una domanda lasciata in sospeso.
Il vecchio, saggio ignorante, chiuso mentalmente, genio e stolto allo stesso tempo. Io, vuoto di significato, ricco d'essenza, viaggio portandomi appresso entrambi. Cerco di non farli parlare troppo a lungo, potrebbero finire solo per litigare.

"... Rilassati. Parlami della tua infanzia... Il ragazzo era in casa al momento dell'incidente... Condoglianze amico, condoglianze..."

Mi ritrovo ad ascoltare una canzone, ma ehi, è ... [segue »]
Composto martedì 31 agosto 2010

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