Settembre
Apro la porta di una stanza buia in una casa sconosciuta, entro. La porta si richiude dietro di me. L'oscurità sembra totale, ma gli occhi si abituano in fretta e compaiono le sagome di un divano, alcune sedie, un tavolo. Gli altri sensi sono all'erta, soprattutto l'udito. E sento il respiro. Il mio e, mi sembra, un altro. Trattengo il fiato e ascolto: sì, è il respiro di qualcun altro. I miei piedi incollati al pavimento, allungo lentamente le braccia verso il profilo del divano. L'altro respiro si ferma, sento un movimento. Si è alzato, si avvicina. Il mio respiro diventa corto e veloce, ma controllato. E adesso sento l'odore: muschio e tabacco. Mi rilasso, è il profumo che ormai amo. Mi sfiori con le mani, mi avvolgi con le braccia. Sospiro. Pace e silenzio. Sono a casa. Siamo a casa. Il buio sbiadisce, restituisce oggetti e suoni. Nessuna parola: noi parliamo in silenzio. La tua fronte si appoggia alla mia, le mie dita intrecciate dietro la tua nuca, tra i tuoi capelli, le tue braccia mi cingono la vita e restiamo così per tutto il tempo necessario a spiegare e raccontare e capire. Non esiste tempo, non esiste più alcun luogo. Inizia tutto dietro le tue spalle, finisce dietro le mie. È perfetto, sembra eterno. Entrambi desideriamo che lo sia.
Composto domenica 5 settembre 2010
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