Scritto da: Marilena Aiello

Settembre

Apro la porta di una stanza buia in una casa sconosciuta, entro. La porta si richiude dietro di me. L'oscurità sembra totale, ma gli occhi si abituano in fretta e compaiono le sagome di un divano, alcune sedie, un tavolo. Gli altri sensi sono all'erta, soprattutto l'udito. E sento il respiro. Il mio e, mi sembra, un altro. Trattengo il fiato e ascolto: sì, è il respiro di qualcun altro. I miei piedi incollati al pavimento, allungo lentamente le braccia verso il profilo del divano. L'altro respiro si ferma, sento un movimento. Si è alzato, si avvicina. Il mio respiro diventa corto e veloce, ma controllato. E adesso sento l'odore: muschio e tabacco. Mi rilasso, è il profumo che ormai amo. Mi sfiori con le mani, mi avvolgi con le braccia. Sospiro. Pace e silenzio. Sono a casa. Siamo a casa. Il buio sbiadisce, restituisce oggetti e suoni. Nessuna parola: noi parliamo in silenzio. La tua fronte si appoggia alla mia, le mie dita intrecciate dietro la tua nuca, tra i tuoi capelli, le tue braccia mi cingono la vita e restiamo così per tutto il tempo necessario a spiegare e raccontare e capire. Non esiste tempo, non esiste più alcun luogo. Inizia tutto dietro le tue spalle, finisce dietro le mie. È perfetto, sembra eterno. Entrambi desideriamo che lo sia.
Composto domenica 5 settembre 2010

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