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...mesta disillusione. Se questo riuscissi a fare, è mia ferma convinzione che accrescerei la motivazione di ciascuno e che la produttività individuale triplicherebbe (valutazione sofferente di sottostima). Niente di nuovo sotto il sole e nemmeno sotto il cielo stellato. Basti rivedere la storia di Adriano Olivetti, uno dei pochi autentici innovatori dell'industria su scale mondiale. Se tutti gli individui con assegnata una qualche responsabilità nelle aziende, nella pubblica amministrazione e nella società in genere (escludendo la politica in senso stretto, piaga non debellabile a meno di rivoluzioni non solo culturali), agissero in base a questi ed altri simili principi si creerebbero le giuste leve per risollevare le sorti di un'economia affondata soprattutto sotto la coltre della demotivazione individuale e collettiva, sorgente primaria di egoismi miopi ed autodistruttivi. Già..." se ", per l'appunto. Ma il timore di perdere quello scranno così faticosamente conquistato (!? ), la paura di essere dei pionieri in questo campo, con tutti i rischi che ciò comporta e ultima, ma non ultima, la pressoché assoluta certezza che i cosiddetti primi riporti si schiererebbero a testuggine vedendo intaccato il proprio sempiterno potere, segnalando a livelli di autorità ancora superiori la non ortodossia comportamentale del loro capo, sono ragioni più che sufficienti a far desistere chiunque o quasi dall'intrapresa. A quel" quasi ", a quel flebile lumicino di speranza sono appese le sorti di molti di noi. Questo volevo dire (più o meno) e questo ho detto.".
Composto lunedì 13 gennaio 2014
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