C'era una voltra di pietra
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Erano anni di paura. 1942, il conflitto ruggiva morte oltre i confini nazionali. Uomini e giovani uomini sentivano pesante sul loro collo il fiato della paura. Il puzzo della follia umana li avvolgeva, li spingeva al fronte dove lo stesso si faceva più forte, più acre più vero. Occhi impauriti gettati nelle trincee, confusione mista a certezza vestiva le moltitudini donando convinzione o perplessità. Rabbia o paura. Lino si trovava in Val d'Aosta con la brigata Intra. Aveva trent'anni e tanta voglia di tornare a casa da sua moglie Olga e da Mariangela, la loro bimba di due anni. Al diavolo il fascio e le croci nere. Olga conduceva un bar-ristorante, Lino, prima di essere richiamato alle armi, lavorava nelle centrali idroelettriche, patrimonio della sua terra natia, la valle Antigorio. Lavorava con l'acqua ma amava il vino. Quando non era in centrale aiutava Olga, faceva ogni cosa che servisse fare, dal calzolaio all'elettricista. Maestro in cucina dove esercitava l'arte del riciclo culinario con ciò che dal giorno prima non se ne era andato dal pentolame. C'era poi la cantina. Con la stessa sicurezza con cui trovi acqua nel mare li potevi trovare bottiglie da degustare e valutare per al fine,... [segue »]
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