Fuoco
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Al corso di recitazione ci facevano fare i quattro elementi, per imparare ad usare lo spazio. Ci dicevano, radicatevi come montagne. Fluite come l'acqua. Innalzatevi come fuoco. Spirate come vento. E tu ce la mettevi tutta. E ad un certo punto la sentivi la terra, sotto di te. E ti ergevi e ti sentivi una roccia ed era forte. Eri tu ma eri più forte. Sentivi il calore, il bruciore e la debolezza del fuoco che danzava. Sentivi la tua flessibilità quando diventavi aria e ti sentivi in grado di oltrepassare le crepe. E nell'acqua non ci entravi, vi diventavi. Quell'esercizio insegnava gli spazi, insegnava la trasformazione mentale, insegnava a conoscere il proprio corpo. E una sera, mentre ad occhi chiusi mi trasformavo nella Natura, ho capito.
Avrei voluto essere la terra, tra tutti gli elementi. Stabile, forte, d'appoggio, indipendente, fertile. Una roccia per i miei cari. Avrei voluto. Ma non ne sarei mai stata capace. Nel vento mi ci sentivo sempre poco; troppo indeciso, troppo incoerente. A volte ho avuto l'impressione di essere come l'acqua, con la sua emotività, il suo furore nella rabbia, la sua piattezza nella calma. La sua capacità di scorrere, scrosciare, gelare, essere dolce, salata,... [segue »]
Composto venerdì 21 giugno 2013
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