Passa un attimo da me
Una mia amica, in un post, oggi ha ricordato la cara figura di suo nonno. Qualunque sia il rapporto, penso ci si debba aggrappare spesso a loro. Alle loro vesti, ai loro modi di dire e interpretare la vita. Vogliamo chiamarli altri tempi? Può essere. Non esistono scuse, per la bontà, per le emozioni e per l'insegnamento. Sono insite nelle anime pure e vere. Cosa vuol dire, che ci sono nonni, padri, madri, sorelle differenti per tempi diversi? Siamo noi che non apprezziamo gli insegnamenti di chi vorrebbe solo farci capire come si affronta la vita. Ogni tanto mi balena in testa un desiderio: riavere mia nonna. Sarebbe sicuramente quella di allora, con gli stessi insegnamenti dati a me, quella che fa da padre e madre. Quella che urla da trecento metri per farti rincasare, perché c'è freddo nella stagione autunnale e non puoi stare a giocare con la terra tutto il pomeriggio. Quella che ti copre quando sei nel divano, senza tu te ne accorga. Sicuramente userebbe ancora l'uovo per rammendare le calze lise. Poi te lo sbatterebbe a mano, per il piacere di farlo. Ho spesso quel desiderio di tutto ciò, moderna coi metodi antichi. La chiamavano generale, aveva messo in fila tutti i fratelli più giovani di lei, prendeva, faceva e alzava i toni, loro sapevano che senza di lei quella caserma di casa non sarebbe potuta andare avanti. Così è stato.
Composto lunedì 24 novembre 2014
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