Ho sempre pensato che ciò che riesce a rigare le guance di lacrima calda fosse ammantato di quelle verità profonde che si ritrovano come macchine impazzite a crocevia di biforcazioni stradali che non sanno che tratto percorrere e a quali emozioni sia giusto dare precedenza.
Un ingorgo sulle ciglia e le parole che ci siamo detti sui cigli dei precipizi.
Pensieri fugaci che sbattono ricordi come ali di falene stupide che picchiano contro lampioni accesi mentre tutto, intorno, è buio.
Un interruttore d'anima che non si spinge oltre per fissarsi sull'off provoca corto nel relè dei battiti e tu che t'inceppi sui miei ingranaggi, mandando in tilt il dispositivo.
Sulla pelle, tra i capelli, a tirare le giunture delle mascelle, deglutendo e ricacciando a forza i nodi in gola.
Soffocando, deperendo, assuefacendo il dolore a pasticche che servirebbero a cancellare tutto, se solo esistessero; allo stesso modo, costruirei matite colorate con le quali traccerei i tuoi tratti, dagli occhi da sognatore al cuore d'uomo e posizionerei gomme di carta vetrata all'apice degli steli legnosi per diventare fautrice della tua inesistenza, se solo potessi tornare indietro.
Sono piena di rimedi e soluzioni, se solo queste fossero state brevettate come antidoto ai ... [segue »]

Mariella Buscemi

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