Lettera

Nel lento trascorrere delle giornate, talvolta, ci si perde l'essenza del tempo che fluisce a suo consueto, sempre uguale, e ci si risveglia a capo di intere settimane sorpresi dalla rapidità in cui ci si ritrova prossimi alla fine del mese, quando ci sembrava fosse appena cominciato. Giornate ovattate dove gli eventi sembrano susseguirsi placidi davanti ai nostri occhi assopiti, sfiorandoci quasi per caso in uno stato lontano della coscienza. L'esperienza stessa del nostro proprio corpo ci coglie distanti, immersi nella monotona moviola degli ambienti che ci suggeriscono spontanee fantasie o portano la nostra quanto mai distratta attenzione a fatti del passato o inezie sdrucciolevoli che si guardano bene dal turbare il nostro animo placato. I pomeriggi sono lenti, è subito sera, e sotto una calda coperta, alla luce di una lampada da camera che ricorda il barlume delle candele sulla pietra umida di un castello medievale, la mente ci conduce per le vie dell'intelletto come un appassionato anfitrione che delicatamente ci inviti ad ammirare i paesaggi di una qualche località di campagna, dove non siamo mai stati ma che ci sembra comunque, in qualche modo, familiare. Così il mio Virgilio ha imboccato una calletta fresca invitandomi a ripetere le ... [segue »]

MaryJane Bathory