L'uomo che cammina
Lo osservavo, camminava, fissava la sua immagine riflessa, sorrideva e riprendeva a camminare. Non parlava, procedeva dritto verso una meta, una destinazione solo a lui nota. Per chi lo conosceva era il povero ragazzo, lo squilibrato, lo stolto, il nullafacente... un uomo invisibile...
Trascorreva la sua esistenza tra una passeggiata e un giro in bici, tra l'indifferenza dei passanti e la cattiveria di chi lo scherniva. Non rispondeva agli insulti, era troppo buono e generoso d'animo per replicare, forse timoroso verso un mondo che non gli apparteneva.
Viveva in una casa dislocata su più piani, chiusa da un cancello ricoperto da erbacce, che impedivano ai passanti di osservare. Tante volte la curiosità, l'innocente invadenza, mi spingeva a spiare dalle piccole fessure di quella inferriata. Volevo scoprire il mistero, le abitudini della sua vita, ma al primo rumore me la davo a gambe...
Mai nessuno seppe spiegarmi a cosa fosse dovuto il suo disagio.
Ancora oggi desidererei comprendere, entrare per un solo attimo nella sua mente, osservare il mondo con i suoi occhi, sentire le emozioni che prova e magari scoprire che tutto quello che appare così triste e vuoto, in realtà è solo fonte di felicità...
un mondo parallelo al nostro, non contaminato da pensieri negativi, pregiudizi, amara indifferenza.
Composto venerdì 2 dicembre 2016
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