Strano


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...tornare in camera, ma cosa le dico!... penserà che sono pazzo se le racconto quello che ho vissuto, deve essere stato quel gattaccio, si deve essere andata così ed è quello che le dirò... avvicinandomi alla culla ho urtato il gatto e quello mi ha graffiato...

Deve essere così non può essere altrimenti...

Torno in camera, Cinzia mi guarda e mi dice con un filo di voce - aveva fame -.
Tra le sue braccia quell'esserino, tanto piccolo ed indifeso, tiene le manine intorno al seno della madre e succhia con calma, con gli occhietti chiusi. È l'immagine più dolce che abbia mai visto.

Devo aver sognato tutto...

Cinzia mi guarda distogliendo lo sguardo da Erica a cui stava amorevolmente arruffando i capelli e mi chiede sotto voce - allora che cavolo hai combinato si può sapere? -.
Le racconto di aver urtato il gatto nel buio e sono il primo a convincersi delle mie parole. Domani ripenserò al sogno più strano e reale che abbia mai fatto, lo racconterò al mio collega e lui mi sommergerà di banalità e frasi già sentite e tutto tornerà normale.
Mi avvicino al loro calore, torno involontariamente a ripercorrere con la mano la stessa traiettoria che avevo immaginato qualche istante prima di ferirmi, verso quella testolina scura, ma qualcosa di nuovo mi blocca. Un brivido si impadronisce della mia spina dorsale immobilizzandomi, quelle dita minuscole sul seno hanno del rosso sotto le unghie.

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    Riferimento:
    Riflessione derivata da un'esperienza personale, sulla difficoltà di realizzare l'ostinato desiderio di vivere l'amore sempre come una fiaba anche quando non è possibile.

    Commenti

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    Mi è piaciuto molto. Cinematografico, fluido e molto piacevole. Complimenti!
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    bravo!Un bel racconto con un pizzico di suspance!

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