La luce pian piano scompare nell'immagine dei desideri, e si perdono nel chiarore dei giorni le armonie del passato. Sospesi, quasi immobili, gli specchi mi ricordano chi sono, da dove vengo. Ma a chi appartengo se non a me. Invoco le meraviglie del mondo per descrivere i sentimenti, ma quanta debolezza traspare in questo gesto. Una lacrima, un brivido, dolci emozioni di un attimo eterno. Gli specchi, nascondono o ingigantiscono le mie paure, dentro di me le reco accanto al cuore, accarezzandole, lasciandole dormire. Ma ogni volta che un ago le punge lasciano uscire cristalli che raccolgo tra le mani e gli specchi riflettono il mio smarrimento, il mio caos. Brillano quei cristalli, frammenti della grande paura di amare senza limiti, di superare ogni confine raggiunto. Gli specchi, mi ricordano la brezza che scende sui miei pensieri quando la mia mente si arma di speranza, di voglia di vedere il mondo a modo mio.
Gli specchi, padroni severi di mille storie, registrano i miei sguardi, i miei sorrisi e ancora mi aiutano a dosare l'importanza di tanti silenzi.
Gli specchi, libri di visioni consumate dal tempo, che non danno pace all'anima senza casa.
Gli specchi, redentori unanimi di un unico mondo, quello che mi ospita, la terra sotto i miei piedi, l'acqua che percorre il mio corpo e l'aria che lo attraversa. Gli specchi, mi indicano i voli di colombe assorte nel loro pacifico compito e segnate da un destino di pace. Sarò un giorno discosta, quasi assente, ma visibile davanti alla verità.
Gli specchi, sono i nostri occhi.
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