Lo specchio
Uno sguardo allo specchio, un'immagine di un qualcosa che era. Un bimbo che corre nei sogni dei suoi giochi, inseguendo una realtà che la fantasia genera come madre. Dolci balocchi sotto un albero illuminato di sogni. Sogni, sogni soltanto sogni, che come le stelle al nascere del giorno scompaiono in una tremula luce che pian piano si dissolve. Perse nell'azzurro di un cielo che nasce.
La luce che mostra l'essenza di un mondo che nella sua impersonalità e nella sua naturale indifferenza appare per come è. Un bimbo che ora guarda il modo con gli occhi illuminati dal sole. Un sole che brucia l'erba, su una terra inaridita. Un sole che sulla neve riflette luci di mille colori. Dolci brillanti incastonati in un morbido manto. La luce, tagliente piuma di ghiaccio, che bagnata di nero inchiostro disegna il suo profilo. Un'immagine che al passare del tempo si offusca come su un vetro appannato dal gelo. La mano che con il suo scorrere cerca di ritrovarla. Ma questa nuovamente scompare. Rigata dal sinuoso scorrere di gocce che lentamente scivolano come lacrime silenziose. Il ricordo, il sorriso di quel bimbo, la sua gioia, il suo desiderio di scoperta. La mano della sua mamma che lo accompagna. Quella mano che lascia, ma di cui sente ancora il calore. Il calore che serve per affrontare quel viaggio. Un viaggio che si chiama vita.
Le sue idee, in una confusione che scuote l'anima, si affollano, crescono, si moltiplicano, si trasformano per poi dissolversi nel nulla. Il nulla di un'esistenza che vive.
Ora.
Composto venerdì 2 ottobre 2009
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