Tuoi sono i racconti della strada
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Tuoi sono i racconti della strada, fin quando, giovane ed ingenuo, aprirai le vene ad ogni dolce veleno, quando d'essa ti nutri e fin quando i secoli si pasceranno del tuo candore. Essa pretende un pegno assai grande.
Le mura d'ogni quartiere abbisognano di giovani anime.
Bandito o esiliato per personale scelta, io attraversai i vicoli d'altri paesi, non consapevole del tutto, ma realmente amputato, e non una parola sarà proferita perché del pegno fu il riscatto, una consapevolezza.
Il mondo era troppo anziano per accoglierci nelle sue grazie.
Ovunque ciondolassi v'erano maniaci, pazzi e delinquenti d'ogni risma.
Per quanto comprendessi il precipizio ch'era quella realtà, non potei mai escludermene del tutto. Anzi, più comprendevo l'ipocrisia della quotidianità e più mi annullavo nelle disordinate schiere di reietti, tossici, clandestini d'ogni punto del globo. Nessun angelo può condurre alla salvezza il sacrificio d'un altro angelo. Ogni tempio, ogni vicolo, ha un proprio Dio che detta una propria legge.
Sono stato messo alla porta dalle peggiori puttane, sotto pioggia sporca, senza un riparo dove poter aspirare un mozzicone di sigaretta rollata, con le mani tremanti, alla bene e meglio.
Nelle notti senza uscita, quand'anche la nebbia si riscopre fredda assassina, ho fuso ... [segue »]
dal libro "Contrappunti e Fughe" di Lorenzo Bonadè
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