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...sua mente. Non riusciva a cancellarli, neanche adesso che era lontano. "Sei sfinito" osservò Rue, dopo qualche istante.
Bek annuì. "Dovresti dormire." "Ho lasciato la sua spada, laggiù" rispose Bek, indicando la valle. "Come?" "La sua spada. Ero così indaffarato a portarlo via che mi sono scordato della spada. L'ho dimenticata." Rue annuì. "Non scapperà di sicuro. Possiamo andare a prenderla domani, quando ci sarà luce."
"Devo andare a recuperarla" affermò Bek. "Sono stato io a dimenticarla. La responsabilità è mia." Pensava alla spada abbandonata sul terreno, accanto alla carcassa del Graak, la lama liscia coperta di sangue e di terra. Che anche l'arma fosse stata spezzata dal corpo del mostro rotolato su di essa, spezzata come Quentin?
Bek non l'aveva notato, non l'aveva neppure guardata. Un talismano di così grande potere e non ci aveva pensato. Aveva pensato solo a Quentin, ma non era riuscito a fare niente per lui. "Perché non la smetti di biasimarti?" Gli chiese Rue. "Perché non cerchi di stare un po' più in pace con te stesso?" "Perché sta morendo" rispose Bek, adirato. "Quentin è moribondo, e la colpa è mia." Lei aggrottò la fronte. "Colpa tua?" "Se non avessi insistito ... [segue »]
dal libro "Il viaggio della Jerle Shannara" di Terry Brooks
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