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...o meno cose simili, anzi, proprio queste parole, ma non ricordo in che ordine.
L'ho scritto così, senza pensarci troppo, ché sennò non lo scrivevo ché sennò lo strappavo, anzi no, lo conservavo e, forse forse, lo conserverò.
Sai che ti dico? Che non te lo do.
Non lo lascio qui.
Sarà orgoglio, sarà paura, sarà che mi sento stupida, sarà che mi sembra di sentire già le tue risate quando lo troverai e, da egocentrico, penserai che sia lì per te e non sbaglieresti perché sarebbe proprio così, sarebbe stato lì per te, se io adesso non l'avessi già messo in tasca e me ne fossi andata lasciando una canzone sulla parete, giusto così, per lasciare qualcosa, per far finta che qualcuno l'ascolterà, per immaginare che qualcuno mi penserà... ma no, non tu, la mia fantasia non ci riesce: mi dice che non ce la fa, non ce la fa a immaginare che tu mi puoi pensare. C'è un divieto grosso così.
Gliel'ha vietato il cuore.
E sai che ti dico?
Che ha fatto bene.
Quindi, ciao. Ti lascio una canzone.
Composto lunedì 13 agosto 2012
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