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Ecco, io ora, questo bigliettino, lo lascio qui.
Qui, su questa cassapanca che sembra antica, ma non lo è. Non ci si siede mai nessuno, non si sa dentro cosa c'è.
Tutti appendono qualcosa alla parete e neanche la notano, se non quel tanto per non sbatterci contro le ginocchia. Appendono giacche e pensieri, intenzioni e momenti da dimenticare, appendono se stessi, anche, ogni tanto.
Questo bigliettino piccolo e piegato, lasciato così come una cosa caduta dalla tasca, questo foglietto di bloc-notes tascabile a righe blu, scritto con la penna nera, contiene un messaggio per te, per te che passi di qui ogni tanto, ma che potresti, proprio per questo, notare il biglietto, se non lo prende nessuno, se nessuno lo apre, se nessuno lo butta via.
Non ha nome, né del mittente, che sarei io, anzi sono proprio io, né del destinatario, che sei tu, proprio tu e nessun altro.
È piegato in quattro, non si vede che è scritto, ma io so cosa c'è scritto, per forza, l'ho scritto io! E c'è scritto che mi manchi e che non capisco tutto questo, c'è scritto che vorrei che tornassi e che mi annoio se non ci sei tu, più ... [segue »]
Composto lunedì 13 agosto 2012
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