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"Tuo nonno" – mi disse un giorno – "portava con sé la forza dei tuoi zii, nonché suoi figli, che appena maggiorenni si trovarono a prestare la loro gioia adolescenziale per una nazione, la nostra Italia" - e continuando – "l'Italia è la nostra casa, è il nostro focolare intorno al quale costruiamo la nostra esistenza, è il nostro letto sul quale riposiamo la nostra quotidianità, è la nostra finestra attraverso la quale passa la luce, è il nostro tetto".
"È il nostro tetto" - pensavo in me: era proprio una bella immagine. Un tetto ripara dalle intemperie purché le tegole seguano tutte lo stesso ordine; basta una tegola incastrata male per sentire le gocce di pioggia insinuarsi o il vento cambiare suono. Gli uomini della resistenza erano tegole ordinate perché la pioggia più che insinuarsi, disperdendosi, avrebbe dovuto dissetare in caso di siccità e il vento avrebbe dovuto spingere le anime verso il mare della libertà.
Ho immaginato quegli uomini, immedesimandomi, e - mentre mia nonna raccontava - su una carta di fortuna scrissi: "il profumo dell'erba accoglieva membra stanche di oppressione, mentre pietre puntiformi tagliavano gocce di sudore... eravamo stesi sul sentiero della liberazione, in attesa di percorrerlo.... [segue »]
dal libro "Quando" di Antonio Belsito
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