Infrango tutte le mie regole e metto parole dove ho giurato di non spenderne più.
Mi legittimo dei mancati indirizzi e dei recapiti sbagliati e volgo il capo davanti a un destinatario che lascio anonimo perché questa lettera si perda e non venga letta.
La abbandonerò su una panchina del mondo in un giorno in cui il vento farà mulinello alle foglie e le mie parole saranno stami a seguirne i moti.
Non ti scriverò delle mie emozioni.
Non parlerò né a te né a me, pur restandoci fedeli corrispondenti.
Cancellerò dalla busta ogni segno di riconoscimento e lì sentirai il mio inchiostro.
Inequivocabilmente mio.
Leggerai il taciuto tra le vocali aperte, l'omissione dei verbi e tutto, tu sarai invaso dal non detto.
Ti rivolgerai a me come se fossi presente e sentirò punte di stilografiche marchiarmi della tua voce tra le scapole, a distanza di chilometri.
Io udirò.
Vorrò fossero mani.
Si possono scrivere solo le non parole alla non presenza e io stessa divento negazione.
Immagino.
Posso.
Un ultimo post scriptum dove ti parlerei solo dell'aspetto della mia pelle.
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