Scritto da: M. Gamba

I Miserabili


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Sulla soglia della prima notte nuziale sta ritto in piedi un angelo sorridente, col dito sulle labbra. L'anima entra in contemplazione, davanti a quel santuario in cui si compie la celebrazione dell'amore. Sopra quelle case v'è certo qualcosa che risplende; la gioia ch'esse contengono deve sfuggire attraverso le pietre dei muri sotto forma di luce e solcare vagamente di raggi le tenebre, poiché è impossibile che questa festa sacra e fatale non mandi un celeste raggio all'infinito. L'amore è il crogiuolo sublime in cui si compie la fusione dell'uomo e della donna; ne escon l'essere unico, triplice, finale, la trinità umana. Questa nascita di due anime in una dev'essere per l'ombra una commozione. L'amante è sacerdote; la vergine estasiata si spaventa, e qualche cosa di quella gioia va a Dio. Dove è davvero matrimonio, ossia dove è l'amore, l'ideale si mette di mezzo. Un letto nuziale costituisce nelle tenebre un canto di aurora; e se fosse dato alla vista umana percepire le visioni formidabili e incantevoli della vita superiore, probabilmente si vedrebbero chinarsi i fantasmi della notte, gli ignoti alati, i celesti viandanti dell'invisibile folla di teste cupe, intorno alla casa luminosa, soddisfatti e benedicenti, mostrandosi l'un l'altro la vergine ... [segue »]

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