Lei arrivò, vestita in modo insolito e se avessi potuto l'avrei raccolta come si fa con un delicato fiore.
Si appoggiò con le spalle al muro, con il viso di una che ha perso una dolorosa battaglia.
La guardai preoccupato, aveva gli occhi stanchi ed arrossati come chi ha pianto a lungo, i capelli bagnati dalla pioggia.
Mi disse che tutto ciò sulla quale aveva puntato, si era disperso come uno sguardo persistente su di un viso che non lo riesce a reggere.
Abbassai gli occhi e provai tanta tenerezza nel sapere quanto le costava essere venuta da me.
Le si affacciò un sorriso amaro nel dire quanto il suo cuore fosse stato scosso troppo violentemente.
È proprio vero, quando si cercano le strade che portano alla felicità non si trovano mai.
Era una storia che avevo già dentro me.
Cercò con lo sguardo la camera da letto e si sdraiò tra le lenzuola sfatte.
Mi guardò dicendo che tra di noi, lei era quella che aveva amato di meno, perché aveva respirato il mio io, conoscendo quindi quello che avevo dentro per lei.
Pensai che avrei voluto sapere e capire ogni cosa di me.
Per avere un poco di più.
La guardai ancora una volta, sdraiata e morbida, ma aveva scritto in faccia che non sarebbe stato per Amore.
Non feci nulla per trattenerla, quando capì che io non mi sarei mosso verso di lei.
Pensai ancora tra me, non andartene così.
Presi l'auto ed uscii nella città che dormiva e che non sapeva per quanto avrebbe dovuto accogliermi, in quella solitaria notte.
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