All of me
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Non sapeva nemmeno perché fosse lì, lo sapeva bene. Avrebbe dovuto mandargli un semplice messaggio, al massimo fargli una chiamata, ma niente di più. Era sbagliato essere lì di fronte la porta del suo appartamento, alle dieci di sera, senza nemmeno averlo avvisato. Sperò quasi che non fosse in casa, mentre premeva il campanello e sentiva quell'insopportabile suono, sarebbe meglio, avrebbe finto di non essere andato lì e tornando a casa in metropolitana avrebbe scritto quel messaggio di ringraziamento e tutto si sarebbe risolto per il meglio. Stava per fare un passo indietro, quasi certo che non ci fosse nessuno, quando udì degli inconfondibili passi che si avvicinavano alla porta.
"George? Che ci fai qui?"
Si grattò la nuca, indeciso sulla risposta, fissando Nate, che aveva deciso di aprire la porta senza indossare una maglietta o qualcosa di simile. Indossava ancora i pantaloni eleganti che metteva sempre a lavoro, doveva essere tornato da poco. George ignorò il sorrisetto che si intravedeva sul volto del ragazzo.
"Sono venuto a ringraziarti" replicò, guardandolo negli occhi "per avermi aiutato. Ha significato molto per lei" fece una pausa "e anche per me"
"l'ho fatto volentieri. Non avrei potuto mandarti in prigione"
George accennò un sorriso. Ripensò al ... [segue »]
Composto mercoledì 15 aprile 2020
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