Ma questo odore, chissà perché, era diverso da quello in mezzo al quale lui era cresciuto da ragazzo, in campagna. Si poteva dire quello che si voleva del fertilizzante organico, ma c'era qualcosa di quasi fragrante nel concime che veniva sparso un tempo nei campi. Si sa, non era un profumo francese, questo no; ma quando, in primavera, la brezza lo raccoglieva e lo trasportava attraverso la terra appena smossa dei campi, quell'odore evocava pensieri rassicuranti. Voleva dire che l'inverno era ormai veramente passato. Voleva dire che di lì a sei o sette settimane le porte della scuola si sarebbero chiuse e tutti si sarebbero riversati nell'allegria dell'estate. Era un odore che, nella sua mente, si legava in modo irrevocabile ad altri che erano profumi: trifoglio, terra bagnata, malvarosa, sanguinella. Ma chissà che cosa usano da queste parti, pensò. L'odore si sentiva ma era completamente diverso. Aveva una specie di fondo dolciastro, quasi un odore di morte.
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