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...un punto quale che sia del suo circuito, per scortarla o precederla per un lasso di 30 secondi. Poi scompare in una frazione infinitesimale di tempo prima di riemergere per precederla o scortarla per un ulteriore lasso di 30 secondi. E così via di seguito. Questa sembrerebbe essere l'unica costante. Perché la stessa distanza tra lancetta e ombra varia a sua volta col grado d'inclinazione. Ma per quanto grande o piccola sia questa distanza, invariabilmente cresce e decresce, rispettivamente, da nessuna da nessuna al suo massimo nel lasso di 15 secondi, e poi di nuovo a nessuna dopo ulteriori 15 secondi. E via di seguito. Questa sembrerebbe essere una seconda costante. Altro si sarebbe potuto osservare a proposito dell'apparentemente infinita rotazione parallela torno torno al quadrante della lancetta della lancetta dei secondi e della sua ombra, e portare alla luce ulteriori variabili e costanti, e correggere, qualora ve ne siano gli errori, in quanto dimostrato fino a questo momento. Ma, impossibilitato a continuare, reclini nuovamente la testa dove prima si trovava, e a occhi chiusi ritorni ai mali della tua specie. L'alba ti scopre ancora in questa postura. Il sole basso t'illumina attraverso la finestra a oriente e getta lungo il pavimento la tua ombra e quella della lampada lasciata accesa sopra di te. E quella degli altri oggetti ancora.
Che visioni nel buio della luce! Chi esclama in tal modo? Chi chiede: "Chi esclama:" Che visioni nel buio senz'ombra di luce e d'ombra! "?". Ancora un ulteriore altro? A escogitare il tutto per compagnia. Che nuovo contributo alla compagnia sarebbe! Ancora un ulteriore altro a escogitare il tutto per compagnia. Via, lasciamolo perdere.
dal libro "In nessun modo ancora" di Samuel Beckett
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