L'araldo del destino
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...cervello era in totale subbuglio, e il suo cuore batteva all'impazzata sollecitato dalla paura, dall'astio e dalla speme. L'odio per il nemico non costituiva un deterrente al suo mai sopito bisogno d'amore e, pertanto, seppur pronta alla battaglia era disposta a deporre le armi (e arrendersi senza condizioni) laddove avesse intravisto un'opportunità, persino tra quelle fila.
La guerra, in fondo, non era che un litigio in famiglia e, nonostante i lutti e dispiaceri, avrebbe presto lasciato il posto alla serenità e ad un'armonia ritrovata quanto fortificata. E i negri, dopo le chimere, avrebbero dovuto riabbassare per sempre la testa. Al massimo concedendo loro, di tanto in tanto, elemosine e pacche sulle spalle.
La colonna nordista entrò in paese lentamente. Con in testa un giovane capitano dai capelli lunghi e rossicci, che sorrideva e se li aggiustava di continuo con la mano. A quella visione il cuore di Jane si mise a galoppare, mentre già disegnava i momenti della loro grande storia d'amore.
Alle spalle del capitano, a debita distanza, il sergente e poi il resto della compagnia coi soldati affiancati due a due. Tutti neri, più della pece.
Per il cuore di Jane fu veramente troppo. E si arrestò, scatenando ... [segue »]
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