Da filosofia... a filoessenza
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...che è ente e soggetto inteso come singolo o comunità, che innanzitutto è essere vivente e costituente del mondo naturale, quindi parte del tutto, è essere capiente. Il filosofo, o meglio il filo-essente, è costruttivo, ossia interagisce, concettualizza e rielabora ciò che acquisisce nel suo rapporto con l'ambiente esterno. Egli deve costruire una strategia valida, di convivenza e collaborazione. Innanzitutto deve "avere una propria coscienza" (come già accennato...), e poi essere, rappresentandosi come identità/entità in un contesto esteriore.
P.S. La componente arbitraria di un'idea, a causa del proprio carattere mutevole e autoreferenziale provoca un confronto disordinato di opinioni, e ovviamente non può essere considerata un riferimento comune. Ciò che confina il caos delle convinzioni è la componente razionale di un'idea, cioè l'influenza che ha sul pensiero la realtà che si riconosce innegabile.
L'Essere. - Passa tutto ma non noi stessi, non il nostro passare dentro le vie invisibili del nostro essere. È la stabilità, un fondamento, ciò che ci permette di non essere in un perenne stato di tensione, di movimento sconclusionato, ed è il senso di tutto; e non c'è niente di più sensato che cercare i sensi ultimi delle cose, la propria origine/provenienza.
Composto mercoledì 7 maggio 2014
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