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...che il buon giudice è quello che lavora in assoluta umiltà, sempre pronto ad ascoltare gli altri perché gli altri quando parlano possono dire delle cose che il giudice non ha visto ed è importante che il giudice si accorga che quelle cose che non ha visto andavano vedute, io spesso mi sono trovato in situazioni, agli incroci, ai bivi ed ho dovuto cambiare strada e l'ho fatto volentieri. Le posso dire anche questo: spesso succede che nei processi io porto a giudizio una determinata persona e mi accorgo poi in dibattimento, nella coralità del contraddittorio che la mia tesi non è quella giusta e sono felicissimo di cambiarla, perché penso che questo atto di umiltà è un atto di estrema cultura e di estrema responsabilità."
-Lei crede come molti che il giudice o il magistrato non politicizzato, alla fine diventi un emarginato?
"No, affatto. Io non mi sento un magistrato politicizzato, anzi io ritengo che il giudice che professa un credo politico in modo molto clamoroso, ecco non è il mio giudice, non è l'esempio che io condivido, perché se per magistrato politico si intende il magistrato che deve vivere nel suo tempo, rendersi conto di certi problemi, di trasformazione ... [segue »]
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