Si scrive per non dimenticare, per depressione, per rabbia e disperazione; si scrive per liberare le proprie passioni, per mettere ordine nelle idee, per confondere nel dubbio; per documentare i fatti o meglio per celarli alla storia.
Si scrive perché servi di partito, perché chierici di dogmi, per giudicare senza giudizio, per corrompere le coscienze o meglio traviarle; per anelito di libertà o di prostituzione.
Si scrive perché si ha qualcosa da dire, o tanto per dire o perché non si ha un cazzo da dire.
Si scrive per vanagloria, per il piacere dell'infamia, per il piacere punto e basta; per febbrile dotta ignoranza, per suberbia e arroganza, per virtuosismo grammaticale, per miseria o nobiltà; per essere letti da qualcuno, o forse riscritti a modo loro, o ricordati a piè di pagina.
Si scrive per far rumore con le parole, per darsi importanza o toglierla a qualcuno, per rendersi saggi agli altri, per folle incomprensibilità, per vendere o svendersi.
Si scrive perché non si sa leggere più, per problemi neuropschiatrici irrisolti, per noia o per non impazzire, per fede, utopia o annientamento; per dividere o unire, per la pace dei sensi o per le tempeste ormonali, per la Gloria o la Maria.
Si scrive per amore o per la sua assenza, per le brutture o per le bellezze estasianti, per masturbazioni alfabetiche, per endecasillabi misteriosi; si scrive per imparare a vivere, comunque.
Si scrive... per non morire.
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