Qualche rigo di "istruzioni"
Ancor prima che un uomo, che, ritenendosi invincibile e che raggiunto un ruolo ragguardevole, intenda compiere azioni delittuose verso l'umanità, vorrei ricordare e suggerire quanto scrisse Napoleone Bonaparte, ormai quando era, e si sentiva, irrimediabilmente e definitivamente sconfitto.
Quando ne feci la lettura, annotai a margine del libro: "Un discorso così meriterebbe perfino il perdono, se..."
Eccone il testo: - Il mio destino è l'opposto di quello degli altri: la natura li degrada, la mia mi innalza alle stelle. Ogni giorno che passa - prosegue l'eroe francese - fa cadere il mio abito di tiranno, di assassino, di uomo feroce". Napoleone Bonaparte.
Non è questo un forzato senno di poi, come si dice? E allora, perché non riflettere prima?
Già, ma certe persone, che mi piacerebbe definire ebeti-intelligenti, si comportano come se ogni giorno avessero da conquistare Roma.
Non ne nascono molti, è vero, di tali individui, ma malauguratamente, quando compaiono, riescono a svilupparsi e ad insediarsi producendo effetti devastanti.
Quel che è di peggio, però, è che trovano miriadi d'imbecilli che li ascoltano e li seguono, non accorgendosi, meschini, della sorte che capita a loro e a quell'altra parte di umanità che, volenti o nolenti, ne subisce le conseguenze alla pari di come concordemente hanno deciso altri, unicamente perché si trovano dalla parte degli inermi.
Ma come, come far capire che occorre occhi sempre vigili ad ogni movimento men che sospetto; anche alle apparenti brave e buone persone che sembrano fare per gli altri come per vocazione, che ostentano carisma, pronti invece, raggiunto il posto auspicato e all'occasione ad essi propizia, a estrarre gli unghioli e a colpire.
... come far capire.
Composto sabato 10 agosto 1996
dal libro "Un bicchiere mezzo vuoto" di Tommaso Mazzoni
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