Anche l'innaturale
La natura è natura e basta. Tutto ciò che dichiariamo, più o meno solennemente, amorale o anti-etico è retto unicamente da leggi morali e etiche costruite e pensate dall'uomo, ammettendo anche la buona fede.
Se fosse diversamente, non ci sarebbero popoli in cui in uno è disdicevole ciò che in un altro è invece pienamente ammesso; non solo, ma tali leggi umane sono così labili che in un'epoca può essere accettato ciò che in un'altra invece è recisamente inviso, respinto.
Quindi dirimere le contumelie può anche essere fatto, purché le due parti in questione fra di loro abbiano accettato le medesime regole, i medesimi canoni di leggi costruite ed accolte, meglio se prima ancora che "il fatto" venga posto in discussione. Fra due popoli non retti dalle medesime regole, l'intendersi è difficoltoso, come, invece, è assai più facile che sorga l'avvenimento guerresco.
Infine, la guerra è assai più vicina ad esaudire quel cieco ed irresistibile impeto, di schopenhaueriana (si dice così? ) memoria. Cieco ed irresistibile impeto insito nella natura, e quindi nell'uomo; la pace, invece, è la risultante di volontà, di leggi, mediante l'applicazione di una logica comune, innata o acquisita, ma assai difficoltosa a raggiungersi anche e soprattutto a causa di possibili egoismi e tornaconti, sempre in agguato.
Tutt'al più si potrebbe cavillare su "natura spontanea" ed "elaborazione della natura" ; ma credete, forse, che le capziosità possano cambiare qualcosa?
Composto mercoledì 21 agosto 1996
dal libro "Un bicchiere mezzo vuoto" di Tommaso Mazzoni
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