L. F. e C. R. chiedono di andare in bagno. Accordo, ingenuamente, il permesso. Dopo minuti venti passati, mi appresto a cercarli in corridoio. Poco dopo, sento le voci dei due alunni arrivare dal microfono nell'ufficio del preside, amplificate per tutto l'istituto, urlanti "Udite, udite, il duce è morto! Gli studenti sono liberi di fare ciò che vogliono della prigione (riferendosi alla scuola)". Sospendo gli alunni per giorni 7.
Durante la visione del film "Billie Elliot" L. P. e C. R., presi da raptus, iniziano a ballare, lui dichiarandosi Billie e lei la sua amica. Chiedo provvedimenti. (Faccio notare la bravura di C. R, unica nota positiva in tutto questo)
L'alunno S. Cammina per i corridoi della scuola con un computer in braccio preso dall'aula di informatica mentre il suo compagno C. fa versi osceni alla professoressa. Chiedo colloquio con i genitori.
Un'avvenente bionda si reca la sera sulla scogliera di Portofino e, insoddisfatta della vita decide di suicidarsi. Ferma sull'orlo del baratro, guardando sotto le nere onde che si infrangono sugli scogli in un ribollire di schiuma e frastornata dall'ululare del vento, pensa e ripensa alla sua vita trascorsa, alle insoddisfazioni, alle angherie sopportate, alle offese ed agli errori commessi. In questo stato d'animo è quasi finalmente decisa a saltare nel vuoto, quando passa di lì un marinaio che le dice: - Ma perché sei tanto triste? Non fare pazzie! Tu sei importante prima di tutto per te stessa! E prosegue... - Anzi guarda, io domani salpo con la mia nave per l'America, se vuoi ti porto con me e provvederò a tutto: viveri, acqua per il viaggio, una sistemazione ed un lavoro una volta giunti a New York. La poveretta, pensando che a quel punto non aveva nulla da perdere, accetta e l'indomani si incontra con il marinaio che la fa salire a bordo di una nave e la nasconde in una lancia di salvataggio. Ogni notte il marinaio viene a trovarla e le porta dei panini, del succo di frutta e tutto ciò di cui ha bisogno. Lei, un po' per riconoscenza per colui che l'aveva salvata ed un po' per l'affetto che cominciava a provare, si concede al marinaio e fanno sesso tutte le notti. La cosa va avanti così per alcune settimane, sino a quando il comandante del bastimento la scopre dentro la scialuppa, durante un giro di ricognizione e su tutte le furie la interroga: - Cosa fa a bordo della mia nave e dove crede di andare? La donna risponde: - Ero disperata, un suo marinaio mi ha aiutata, tutte le notti mi porta da mangiare e del succo di frutta da bere ed io per riconoscenza gli permetto di fare l'amore con me per tutta la notte, sino a quando non saremo giunti a New York, dove mi ricostruirò una nuova vita... - Senti bellezza... - risponde il comandante - che tu sia stata disperata lo capisco, che tu voglia andare in America a rifarti una nuova vita anche, ma c'è una cosa che devi sapere: questo è il traghetto che fa servizio fra Genova e la Corsica, tutte le notti, andata e ritorno...
Ora di cena a tavola: mamma, papà, tre figli e la nonna che sferruzza sulla poltrona. Uno dei bambini a un certo punto chiede: - Mamma, come sono nato io? La mamma un po' imbarazzata, improvvisa: - Sai, un giorno è arrivata una bella e grande aquila e ha appoggiato un fagottino sulla finestra, ed eri tu! La nonna continua a sferruzzare e alza un sopracciglio. Allora il secondo bambino, incuriosito chiede: - E io, come sono nato? La mamma prosegue con lo stesso tema: - Tu invece sei stato portato da un grande condor. La nonna continua sempre a sferruzzare e alza l'altro sopracciglio. Il terzo bambino ovviamente vuole sapere anche lui com'è nato. E la mamma: - Un giorno è arrivata una bellissima cicogna e ti ha depositato sul davanzale della finestra. La nonna smette di sferruzzare e bisbiglia sottovoce: - Mi pareva infatti che fossero tre uccelli diversi!