Infinito coraggio
Sempre cara mi fu quell’idea folle
di quella crepa che da tante parti
del muro in fronte sguardo non elude.
Ma scendendo e tirando indovinati
sassi di là da quello per sovrumane
grida e dolentissima ingiuria,
io di mestier dipingo, piove nel loco
e i for di queste mura. Siccome a stento
oso dormir tra piume tante, io nello
infinito sollazzo in questa brace
vo cucinando: e mi convien d’inverno
le quattro stagioni con la passata.
Evviva il phon di lei! Così tra questa
intimità s’accascia il duca mio
e lo stuccar m’è d’uopo in questo muro.
Composta martedì 5 febbraio 2019
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