Bene...abbiamo rimediato un pranzetto coi fiocchi...!
E allora...domani...tutti a pranzo da Giulio...!
Io porto il "BICARBONATO"
Le qualità del "BICARBONATO"■ al posto dell'ammorbidente- Un bel cucchiaio nella vaschetta del detersivo: rende i panni
morbidi e disinfetta
■ alito fresco - sciogliere 1 cucchiaino (5g) di bicarbonato in un bicchiere d'acqua.
Poi sciacqua la bocca come faresti con un normale collutorio: funziona, e ti lascerà un gusto
fresco in bocca!
■antiparassitario - Per eliminare i parassiti dalle piante, mescola 1 cucchiaino (5g) di bicarbonato
e 3 cucchiai di olio d'oliva.
Versa 2 cucchiaini di questa miscela in una tazza d'acqua, riempi uno spruzzatore e vaporizza la pianta, evitando il getto
diretto sui fiori. Ripeti quest’operazione ogni 20 giorni
■argenteria - Forma un impasto con acqua e bicarbonato (3 parti di polvere e 1 d'acqua), e applicalo mediante un panno di
cotone o di lino direttamente sulla superficie dell’oggetto da pulire, insistendo in modo particolare sugli sbalzi e le decorazioni (eventualmente potresti utilizzare anche uno spazzolino da denti morbido, per arrivare più in profondità), fino a quando avrai eliminato le macchie da ossidazione. Poi sciacqua e asciuga.
■assorbiodori - In un recipiente posto nel frigorifero, nell'armadietto portabiancheria o quello
delle scarpe...
va sostituito ogni tre mesi
•barbecue - 1 cucchiaio (25g) di bicarbonato sotto forma d'impasto
(3 parti di prodotto, 1 di acqua) per pulire griglie
e piastre del barbecue.
•bollito tenerissimo- Per rendere la carne del bollito più tenera: aggiungi 1/2 cucchiaio di Bicarbonato ogni litro d’acqua
a inizio cottura.
•calcare o muffa - Per rimuovere le tracce di calcare e muffa dal box doccia, dai tappetini in plastica, dai sanitari e per
lucidare la vasca da bagno, forma un impasto con 3 parti di bicarbonato e 1 di acqua;
quindi spargilo su una spugna e sfregalo direttamente sulle superfici da lavare.
•ceramica e porcellana -Usa un impasto di acqua e Bicarbonato (3 parti di Bicarbonato, 1 di acqua), da sfregare
direttamente con le mani sulle pareti delle tazze.
•cura dei capelli - 1 cucchiaino (5g) di bicarbonato, aggiunto allo shampoo, per rimuovere residui di prodotti fissativi
(gel, lacca, schiuma), una volta la settimana
•dimenticato il detersivo per i piatti? - deterge e disinfetta, neutralizza gli odori
•fittelle soffici - Un pizzico di bicarbonato per rendere soffici le frittelle
•foglie lucide - Le foglie delle piante devono sempre essere pulite, passale con una spugnetta morbida imbevuta in una soluzione di acqua e bicarbonato (puoi usare lo stesso sistema anche per pulire e lucidare le foglie delle piante finte).
•fondo delle bottiglie - Per eliminare i depositi dal fondo delle bottiglie, inserite sale grosso e gusci d'uovo sbriciolati,
aggiungete acqua tiepida e sbattete forte.
Sciacquate sempre abbondantemente e con molta cura.
•Formiche?? -mettere in un contenitore raggiungibile facilmente, ma con le pareti interne completamente lisce, un cucchiaio
da tavola di Bicarbonato Solvay e uno di zucchero a velo.
Gli insetti, attirati dall’aroma dolce, entrano nella ciotola e mangiano la miscela, per loro nociva.
versarne regolarmente un po’ nello scarico del lavandino e spargerne una sottile linea sui davanzali, negli angoli nascosti e
lungo gli zoccolini della cucina, creerà una sorta di barriera invalicabile
Per aumentare l’efficacia dell’intervento puoi unire a Bicarbonato Solvay del normalissimo borotalco: l’esatto motivo non è noto, ma questa miscela risulta assai sgradevole per gli insetti
•frittata soffice -Sarà più soffice aggiungendo la punta di un cucchiaino ogni tre uova
•frutta e verdura -Riempi un recipiente con acqua (1 cucchiaio per litro d'acqua) di bicarbonato e lascia a bagno la frutta o l’insalata per almeno una decina di minuti.
Quindi sciacqua bene sotto acqua corrente.
•gioielli in argento - Prendi un contenitore, ricoprilo con un figlio di carta d'alluminio e riempilo con acqua calda, aggiungendo qualche cucchiaio di Bicarbonato e di sale da cucina (1 cucchiaio, 25g) ogni litro d'acqua.
Immergi l'oggetto da pulire e lascialo a bagno in questa soluzione per un'ora. Poi sciacqua e asciuga con un panno morbido.
•i petali di rosa -I petali di rosa vengono spesso utilizzati in cucina per ricette sfiziose oppure per decotti.
Prima di utilizzarli è bene immergere i petali per circa dieci minuti acqua fredda e bicarbonato (1 cucchiaio ogni litro d'acqua).
Poi sciacquarli e lasciarli asciugare su un panno.
13 anni e 2 mesi fa
Risposte successive (al momento 4) di altri utenti.
L'AGO C'era una volta un sarto, che campava la vita mettendo toppe e rivoltando vestiti usati.
Nella sua botteguccia ci si vedeva appena; perciò lavorava sempre davanti la porta, con gli occhiali sul naso; e, tirando l'ago, canterellava:
- Il mal tempo dee passare,
Il bel tempo dee venire.
Zun! Zun! Zun!
Aveva una figliuola bella quanto il sole, ma senza braccia, ed era la sua di*sperazione. Le vicine lo aiutavano: oggi una, domani un'altra, si prestavano a vestire la ragazza, a pettinarla, a lavarle la faccia; e doveva imboccarla. A ogni boccone, brontolava:
- Chi non ha braccia, non dovrebbe aver bocca!
La ragazza, invece di arrabbiarsi per questo continuo brontolio, si metteva a ridere e rispondeva:
- Dovevate farmi le braccia e non la bocca. La colpa è vostra.
- Hai ragione.
E il vecchio riprendeva a lavorare, canticchiando:
- Il mal tempo dee passare.
- Il buon tempo dee venire.
Zun! Zun! Zun!
Invece il cattivo tempo peggiorò: gli venne meno la vista, gli occhiali non lo aiutarono più; e gli avvenatori vedendo quei puntacci da orbo, che facevano parere più brutte fin le toppe, non ne vollero più sapere di lui e del suo lavoro.
- Figliuola mia, come faremo?
- Faremo la volontà di Dio.
- Il bel tempo dee venire.
Per abitudine, ogni mattina il sarto, aperta la botteguccia, si metteva a sedere davanti la porta con le mani in mano, aspettando gli avvenat0ri che non comparivano, e al suo solito cantarellava.
Un giorno passa una signora, che vicino a lui si china e raccatta da terra un ago lucente:
- Quest'ago è vostro, buon uomo.
- Grazie. Che debbo farne? A cucire non ci vedo più.
La ragazza, sentendo parlare, s'era affacciata alla porta.
- Prendentelo voi, bella figliuola.
- Non ho le braccia, signora mia.
- Ve l'appunto sul busto; è un buon ago.
Il vecchio disse:
- Biscotto a chi non ha denti. Così va il mondo!
- Allegro, compare!
- Il mal tempo se n'è andato,
Il bel tempo è già arrivato.
Zun! Zun! Zun!
La signora, ridendo, scantonò e sparì.
Poco dopo, ecco un avvenatore con in mano una giacca vecchia, tutta strappi e buchi:
- Rattoppatemi questa qui. Vi pago avanti; ecco uno scudo. Verrò a riprenderla domani.
Il sarto, vedendosi in mano quello scudo, che arrivava a proposito, non ebbe animo di rispondergli: - A cucire non ci vedo più. - Rimase lì, con naso all'aria, stupito dalla buona fortuna.
Andò subito a fare un pò di spesa, e poi si mise a cuocere la minestra, rimuginando le parole dello sconosciuto: Verrò a riprenderla domani.
- Figliuola mia, come faremo domani?
- Da qui a domani c'è ventiquattr'ore.
Finito di desinare, la ragazza guarda per caso la giacca e da un grido di sorpresa: la giacca era già bell'e rattoppata, e così bene, che pareva quasi nuova. In una manica c'era appunto un ago.
- E' l'ago della signora!
Infatti l'ago non era più al posto, dove la signora lo aveva messo.
- Zitta, figliuola; quest'ago è la nostra fortuna.
Il padrone della giacca venne a riprenderla, e rimase contentissimo del lavoro. Chiunque vedeva quella raccomodatura, restava meravigliato.
E gli avvenatori tornarono ad affluire alla botteguccia del sarto. Sul banco c'era sempre una montagna di vestiti ve*cchi, così stra*cciati che neppure il cenciai0 li avrebbe voluti. Il sarto se ne stava tutta la giornata seduto davanti la porta con le mani in mano canterellando:
- Il mal tempo de n'è andato,
- Il bel tempo è già tornato.
Zun! Zun! Zun!
- Sarto, e il lavoro chi lo fa?
- Lo faccio io.
- Stando con le mani in mano?
- Stando con le mani in mano.
Verso sera gli avvenatori tornavano e trovavano tutto bell'e allestito. Le raccomodature erano fatte così bene, che quei vestiti vecchi parevano quasi nuovi.
- Sarto, e il lavoro chi l'ha fatto?
- L'ho fatto io.
- Stando con le mani in mano?
- Stando con le mani in mano.
Un giorno il Reuccio, passando a cavallo insieme con uno scudiero davanti la bottega del sarto, vide la ragazza che stava a sedere accanto al padre e rimase incantato di quella bellezza.
- Ha un aspetto da Regina!
- Ma è senza braccia, Reuccio!
- Peccato!
Ci ripensò tutta la notte, e il giorno appresso volle rivederla. Passò a cavallo, insieme con lo scudiero, e rimase più incantato del giorno avanti.
- Ha un aspetto da Regina. Pec*cato non abbia le braccia!
Ci ripensò tutta la notte, e al giorno appresso volle rivederla. Giunto davanti la bottega, sentendo canterellare il sarto, fermò il cavallo:
- Che canterellate, buon uomo?
- Il mal tempo se n'è andato,
Il bel tempo è già arrivato.
Zun! Zun! Zun!
Il Reuccio incantato teneva fissi gli occhi su la ragazza. Il sarto, che non sapeva chi egli fosse, lo sg*ridò:
- Eh, amico! Che guardate?
- Guardo vostra figlia, che è più bella del sole.
- Se fosse più bella del sole, rimarreste acc*ecat0.
- Ahi! Ahi!
Il Reuccio portò le mani agli occhi; a quelle parole del sarto gli occhi gli s'erano seccati.
Lo scudiero condusse per mano il Reuccio ciec0 a palazzo, e raccontò quello ch'era accaduto.
Il Re e la Regina montarono in fur0re contro il sarto.
- Vec*chio streg0ne! Arr*estatel0 e conducetelo qui.
Lo legar0no peggio d'un ladr0 e lo condussero innanzi al Re.
- Maestà, io non ci ho colpa!
- Vec*chi0 streg0ne! O rendi la vista al Reuccio, o ti fo arr0stire vivo vivo!
Il p0vero sarto, dallo sp*avent0, era già mezzo m0rt0.
- Maestà, io non ci ho c0lpa!
- Ti do tre giorni di tempo.
E lo fece chiudere in una prigione dello stesso palazzo reale.
Ogni mattina il Re andava a trovarlo, e dallo sportellino dell'uscio gli diceva:
- O rendi la vista al Reuccio, o ti fo arr0stire vivo vivo. E' passato un giorno.
- O rendi la vista al Reuccio, o ti fo arr0stire vivo vivo. Son passati due giorni.
Il p0vero sarto non rispondeva; si stru*ggeva in la*crime, pensando alla figliuola senza braccia, di cui non sapeva niente da più giorni, e che sarebbe rimasta da sola al mondo in balìa della cattiva sorte:
- Figliuola mia sv*entura*ta!
E il Re, dallo sportellino dell'uscio:
- O rendi la vista al Reuccio o ti fo arrostire vivo vivo. Sono passari tre giorni.
- Maestà, non ci ho c0lpe! Grazia Maestà!
Alemno, prima di morire, fatemi rivedere la figliuola!
La grazia gli fu concessa.
Il Re e la Regina, che avevano sentito magnificare da Reuccio la grande bellezza di costei, vollero vederla quand'ella venne a apalazzo reale.
Appena entrata nel salone, dov'essi si trovavano insieme co, Reuccio ciec0, questi, battendo le mani dall'allegrezza, si mise a gridare:
- La vedo! La vedo! Accanto a lei c'è una signora.
Il Re e la Regina credettero che il Reuccio fosse ammattito.
Dov'era quella signora?
- E' lì, accanto a lei, e la tiene per la mano.
- Per la mano? Se non ha braccia!
- Io la vedo con le braccia; ma non vedo voialtri.
Il Re e la Regina, per accertarsi se il Reuccio la vedeva davvero, facevano muovere la ragazza, in punta di piedi, per il salone; e il Reuccio la seguiva con gli occhi ina*riditi:
E' lì... Ora si affaccia alla finestra... Ora fa così col capo... Ora si siede per terra; e la signora che l'accompagna fa pure quel che fa lei.
Il Re e la Regina, stupiti, non sapevano che pensare di quel miracolo.
- Chi è, la bella ragazza, la signora invisibile che vi accompagna?
- Maestà, non lo so; son venuta a palazzo....Ahi! Ahi!
La ragazza sentiva acuti d0lori nel punto dove avrebbero dovuto essere attaccate le braccia.
- Ahi! Ahi!
Ed ecco venirle fuori prima la punta delle dita, poi le mani, poi i polsi, poi gli avambracci, poi le braccia intere, bellissime e bianche come l'alabastro.
- Il Reuccio, urtando il Re e la Regina, si pre*cipitò verso la ragazza, le prende ansiosamente le mani e comincia a strofinarle su gli occhi:
- Manine fatate, sanatemi voi!
ma strofinava inutilmente.
- Manine fatate, sanatemi voi!
Ma strofinava inutilmente.
- Zitti - fece il Reuccio. - La signora parla.
Il Re e la Regina, dopo tutto quello che avevano visto, erano proprio atterriti di quella signora invisibile.
- Che dice?
- Manina, manina,
Non è mano di Regina.
Per toccare e sanare
Di Regina diventare.
Era chiaro: se il Reuccio voleva recuperare la vista, doveva sposare quella ragazza.
La Regina si s*degnò:
- Sposare a figlia d'un sarto!
Ma il Re, che voleva molto bene al figliuolo, non se lo fece ripetere due volte.
- Siano mani di Reginotta; parola di Re!
E gli occhi del Reuccio, toccati dalle mani della ragazza, tornarono a un tratto qali erano una volta, anzi più vivaci e più splendenti!
Naturalmente il sarto fu cavato di prigi0ne e si cominciarono subito i preparativi delle nozze del Reuccio.
La ragazza, vestiva con gli abiti da Reginotta, pareva davvero un sole.
La ragazza, senza scomporsi, andò di là, prese l'ago datole dalla signora e, inginocchiandosi, cominciò umilmente il rammendo del manto della Regina.
La Regina, vedendola così rassegnata, diventò una vi*pera:
- Non sapete dare nemmeno un punto!
E le strappò di mano il manto reale.
- Infatti, - rispose la ragazza - non ho mai dato un punto in vita mia.
L'ago intanto era rimasto attaccato alla stoffa e durante la cerimonia degli sponsali la Regina si sentiva cucire, cucire tutti i panni addosso, senza saperesi spiegare che diamine di lavoro fosse quello. Era così ravviluppata, che non poteva muovere le gambe.
E l'ago cuciva, cuciva, cuciva; e quando non ebbe più niente da cucire nei panni, cominciò a cucire questi alle ca*rni della Regina.
Figuratevi i suoi strilli! Tentava di strap*parsi le vesti; ma la cucitura era così forte, che ci voleva ben altro per disfarla.
E l'ago cuciva, cuciva, cuciva; e la Regina stri*llava come una paz*za, sentendosi trappassare le ca*rni da quella punta aguzza che non esitava un momento. Braccia, spalle, gambe, l'ago cuciva ogni cosa, cuciva, cuciva, cuciva; e gli str*illi della Regina salivano al cielo!
Alla fine, non potendone più, si bu*ttò ai piedi della Reginotta:
- Reginotta, perdono! Salvatemi voi!
La Reginotta, che aveva già capito di esser protetta da una Fata, pregò:
- Fata benigna, salvatela voi!
Appena detto questo, l'ago cessò di cucire, e tutte le cuciture si disfecero da sé.
Reuccio e Reginotta vissero felici e conenti,
E NOI SIAMO QUI, SENZ'AGO NE' NIENTE.
13 anni e 2 mesi fa
Risposte successive (al momento 4) di altri utenti.
La libertà della mente è...:
La mente calma e attiva...!
La mente calma è viva...potente...
incredibilmente attiva e tuttavia non è orientata...
verso qualcosa in particolare...
La mente calma è libera dalle parole...
è libera dall’esperienza e dalla conoscenza...
e percepisce quello che è vero...
La sua percezione è diretta...immediata...
è al di là del tempo...
La mente è in silenzio...
solo quando capisce il processo del tempo...
e questo richiede una grande attenzione...
Una mente simile è libera in senso "ASSOLUTO"
non è libera da qualcosa...
La libertà per noi è sempre libertà da qualcosa...
ma questa non è libertà...è semplicemente una reazione...
La mente che si pone alla ricerca della libertà...
non sarà mai libera..
La mente è libera...quando affronta e comprende...
i fatti così come sono...senza interpretarli...
senza condannarli...senza giudicarli...
La mente libera è innocente...
sia che viva cento giorni o cent’anni...
e faccia tutte le esperienze di questo mondo...
la sua innocenza scaturisce dalla sua libertà...
che è "ASSOLUTA"...che non è libertà da qualcosa...
È la mente libera e innocente...
che percepisce la verità...che trascende il tempo...!
Sembra che la maggior parte di noi...
sia completamente assorbita dai problemi...
dell’esistenza di ogni giorno...
L’unica cosa che importa...
è trovare una risposta immediata...
ai nostri problemi quotidiani...
Ma presto o tardi ci accorgiamo che...
queste risposte immediate non ci soddisfano...
perché qualsiasi problema contiene in se stesso...
la sua soluzione...
Solo se riusciamo a capirlo fino in fondo...
in tutta la sua complessità...
il problema si risolve e scompare...!
13 anni e 3 mesi fa
Risposte successive (al momento 18) di altri utenti.
Il coraggio di cercare e trovare quella pace...
per sentirsi liberi..sentirsi se stessi...
Possedere quel coraggio di cambiare...
per fare scelte importanti...
fosse anche per l'annesima volta...
È così che si diventa ribelli...equilibristi...
barcollanti sul filo della vita...
pronti sì a cadere...pur di non strisciare...!
13 anni e 3 mesi fa
Risposte successive (al momento 2) di altri utenti.
Gli esseri umani sono complessi e contraddittori...
negare il male può rivelarsi un’impresa pericolosa...
E’ proprio quando cerchiamo di cancellare il male...
dalla nostra vita...che rischiamo di esserne posseduti...
Siamo uomini...quindi...
fallibili e incoerenti per definizione...
E quando tentiamo...scioccamente...
d' essere perfetti...
ci trasformiamo in ciò che prima odiavamo...
Spesso senza neppure rendercene conto...
13 anni e 3 mesi fa
Risposte successive (al momento 3) di altri utenti.
luce è la bontà del sentimento...:
amore...gioia...felicità...
Ed è l’amore l’unica forza con la quale...
tendi a realizzare cose inimmaginabili...
aumentando i battiti cardiaci riscalda...
e provoca un enorme altruismo..
salvando l’ uomo da ogni malattia...
delusione e malinconia...
L’amore rende bello...
anche ciò che per natura bello non è...
ispira e dà forza...
alle persone che ci stanno accanto...
13 anni e 3 mesi fa
Risposte successive (al momento 13) di altri utenti.
La Santa Sede è contraria alle ingiuste discriminazioni contro gli om0sessuali, ha spiegato il portavoce vaticano Padre Federico Lombardi, che di fronte alle interpretazioni di alcuni mezzi di comunicazione ha emesso una dichiarazione in cui commenta l'opposizione espressa in un'intervista dall'Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York, alla proposta presentata dalla Francia di approvare la depenalizzazione universale dell'om0sessualità, che potrebbe includere allo stesso tempo l'imposizione del matrimonio omosessuale.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha dichiarato: "Nessuno vuole difendere la pena di m0rte per gli om0sessuali, come qualcuno vorrebbe far credere". "I noti principi del rispetto dei diritti fondamentali della persona e del rifiuto di ogni ingiusta discriminazione - che sono sanciti a chiare lettere nello stesso Catechismo della Chiesa cattolica - escludono evidentemente non solo la pena di m0rte, ma tutte le legislazioni penali vi0lente o discriminatorie nei confronti degli om0sessuali". Il numero 2358 del Catechismo della Chiesa cattolica afferma: "Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova".
"Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione", aggiunge il Catechismo. Secondo il portavoce vaticano, la proposta francese non solo cerca di "depenalizzare l'om0sessualità", "ma di introdurre una dichiarazione di valore politico che si può riflettere in meccanismi di controllo in forza dei quali ogni norma (non solo legale, ma anche relativa alla vita di gruppi sociali o religiosi) che non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale può venire considerata contraria al rispetto dei diritti dell'uomo".
"Ciò può diventare chiaramente strumento di pressione o discriminazione nei confronti di chi - solo per fare un esempio molto chiaro - considera il matrimonio fra uomo e donna la forma fondamentale e originaria della vita sociale e come tale da privilegiare", ha spiegato padre Lombardi. "Non per nulla meno di 50 stati membri delle Nazioni Unite hanno aderito alla proposta in questione, mentre più di 150 non vi hanno aderito - ha concluso -. La Santa Sede non è sola".
~~~
Questo scritto vale più di ogni altro commento...!
13 anni e 3 mesi fa
Risposte successive (al momento 18) di altri utenti.
E allora...domani...tutti a pranzo da Giulio...!
Io porto il "BICARBONATO"
Le qualità del "BICARBONATO"■ al posto dell'ammorbidente- Un bel cucchiaio nella vaschetta del detersivo: rende i panni
morbidi e disinfetta
■ alito fresco - sciogliere 1 cucchiaino (5g) di bicarbonato in un bicchiere d'acqua.
Poi sciacqua la bocca come faresti con un normale collutorio: funziona, e ti lascerà un gusto
fresco in bocca!
■antiparassitario - Per eliminare i parassiti dalle piante, mescola 1 cucchiaino (5g) di bicarbonato
e 3 cucchiai di olio d'oliva.
Versa 2 cucchiaini di questa miscela in una tazza d'acqua, riempi uno spruzzatore e vaporizza la pianta, evitando il getto
diretto sui fiori. Ripeti quest’operazione ogni 20 giorni
■argenteria - Forma un impasto con acqua e bicarbonato (3 parti di polvere e 1 d'acqua), e applicalo mediante un panno di
cotone o di lino direttamente sulla superficie dell’oggetto da pulire, insistendo in modo particolare sugli sbalzi e le decorazioni (eventualmente potresti utilizzare anche uno spazzolino da denti morbido, per arrivare più in profondità), fino a quando avrai eliminato le macchie da ossidazione. Poi sciacqua e asciuga.
■assorbiodori - In un recipiente posto nel frigorifero, nell'armadietto portabiancheria o quello
delle scarpe...
va sostituito ogni tre mesi
•barbecue - 1 cucchiaio (25g) di bicarbonato sotto forma d'impasto
(3 parti di prodotto, 1 di acqua) per pulire griglie
e piastre del barbecue.
•bollito tenerissimo- Per rendere la carne del bollito più tenera: aggiungi 1/2 cucchiaio di Bicarbonato ogni litro d’acqua
a inizio cottura.
•calcare o muffa - Per rimuovere le tracce di calcare e muffa dal box doccia, dai tappetini in plastica, dai sanitari e per
lucidare la vasca da bagno, forma un impasto con 3 parti di bicarbonato e 1 di acqua;
quindi spargilo su una spugna e sfregalo direttamente sulle superfici da lavare.
•ceramica e porcellana -Usa un impasto di acqua e Bicarbonato (3 parti di Bicarbonato, 1 di acqua), da sfregare
direttamente con le mani sulle pareti delle tazze.
•cura dei capelli - 1 cucchiaino (5g) di bicarbonato, aggiunto allo shampoo, per rimuovere residui di prodotti fissativi
(gel, lacca, schiuma), una volta la settimana
•dimenticato il detersivo per i piatti? - deterge e disinfetta, neutralizza gli odori
•fittelle soffici - Un pizzico di bicarbonato per rendere soffici le frittelle
•foglie lucide - Le foglie delle piante devono sempre essere pulite, passale con una spugnetta morbida imbevuta in una soluzione di acqua e bicarbonato (puoi usare lo stesso sistema anche per pulire e lucidare le foglie delle piante finte).
•fondo delle bottiglie - Per eliminare i depositi dal fondo delle bottiglie, inserite sale grosso e gusci d'uovo sbriciolati,
aggiungete acqua tiepida e sbattete forte.
Sciacquate sempre abbondantemente e con molta cura.
•Formiche?? -mettere in un contenitore raggiungibile facilmente, ma con le pareti interne completamente lisce, un cucchiaio
da tavola di Bicarbonato Solvay e uno di zucchero a velo.
Gli insetti, attirati dall’aroma dolce, entrano nella ciotola e mangiano la miscela, per loro nociva.
versarne regolarmente un po’ nello scarico del lavandino e spargerne una sottile linea sui davanzali, negli angoli nascosti e
lungo gli zoccolini della cucina, creerà una sorta di barriera invalicabile
Per aumentare l’efficacia dell’intervento puoi unire a Bicarbonato Solvay del normalissimo borotalco: l’esatto motivo non è noto, ma questa miscela risulta assai sgradevole per gli insetti
•frittata soffice -Sarà più soffice aggiungendo la punta di un cucchiaino ogni tre uova
•frutta e verdura -Riempi un recipiente con acqua (1 cucchiaio per litro d'acqua) di bicarbonato e lascia a bagno la frutta o l’insalata per almeno una decina di minuti.
Quindi sciacqua bene sotto acqua corrente.
•gioielli in argento - Prendi un contenitore, ricoprilo con un figlio di carta d'alluminio e riempilo con acqua calda, aggiungendo qualche cucchiaio di Bicarbonato e di sale da cucina (1 cucchiaio, 25g) ogni litro d'acqua.
Immergi l'oggetto da pulire e lascialo a bagno in questa soluzione per un'ora. Poi sciacqua e asciuga con un panno morbido.
•i petali di rosa -I petali di rosa vengono spesso utilizzati in cucina per ricette sfiziose oppure per decotti.
Prima di utilizzarli è bene immergere i petali per circa dieci minuti acqua fredda e bicarbonato (1 cucchiaio ogni litro d'acqua).
Poi sciacquarli e lasciarli asciugare su un panno.
L'AGO
C'era una volta un sarto, che campava la vita mettendo toppe e rivoltando vestiti usati.
Nella sua botteguccia ci si vedeva appena; perciò lavorava sempre davanti la porta, con gli occhiali sul naso; e, tirando l'ago, canterellava:
- Il mal tempo dee passare,
Il bel tempo dee venire.
Zun! Zun! Zun!
Aveva una figliuola bella quanto il sole, ma senza braccia, ed era la sua di*sperazione. Le vicine lo aiutavano: oggi una, domani un'altra, si prestavano a vestire la ragazza, a pettinarla, a lavarle la faccia; e doveva imboccarla. A ogni boccone, brontolava:
- Chi non ha braccia, non dovrebbe aver bocca!
La ragazza, invece di arrabbiarsi per questo continuo brontolio, si metteva a ridere e rispondeva:
- Dovevate farmi le braccia e non la bocca. La colpa è vostra.
- Hai ragione.
E il vecchio riprendeva a lavorare, canticchiando:
- Il mal tempo dee passare.
- Il buon tempo dee venire.
Zun! Zun! Zun!
Invece il cattivo tempo peggiorò: gli venne meno la vista, gli occhiali non lo aiutarono più; e gli avvenatori vedendo quei puntacci da orbo, che facevano parere più brutte fin le toppe, non ne vollero più sapere di lui e del suo lavoro.
- Figliuola mia, come faremo?
- Faremo la volontà di Dio.
- Il bel tempo dee venire.
Per abitudine, ogni mattina il sarto, aperta la botteguccia, si metteva a sedere davanti la porta con le mani in mano, aspettando gli avvenat0ri che non comparivano, e al suo solito cantarellava.
Un giorno passa una signora, che vicino a lui si china e raccatta da terra un ago lucente:
- Quest'ago è vostro, buon uomo.
- Grazie. Che debbo farne? A cucire non ci vedo più.
La ragazza, sentendo parlare, s'era affacciata alla porta.
- Prendentelo voi, bella figliuola.
- Non ho le braccia, signora mia.
- Ve l'appunto sul busto; è un buon ago.
Il vecchio disse:
- Biscotto a chi non ha denti. Così va il mondo!
- Allegro, compare!
- Il mal tempo se n'è andato,
Il bel tempo è già arrivato.
Zun! Zun! Zun!
La signora, ridendo, scantonò e sparì.
Poco dopo, ecco un avvenatore con in mano una giacca vecchia, tutta strappi e buchi:
- Rattoppatemi questa qui. Vi pago avanti; ecco uno scudo. Verrò a riprenderla domani.
Il sarto, vedendosi in mano quello scudo, che arrivava a proposito, non ebbe animo di rispondergli: - A cucire non ci vedo più. - Rimase lì, con naso all'aria, stupito dalla buona fortuna.
Andò subito a fare un pò di spesa, e poi si mise a cuocere la minestra, rimuginando le parole dello sconosciuto: Verrò a riprenderla domani.
- Figliuola mia, come faremo domani?
- Da qui a domani c'è ventiquattr'ore.
Finito di desinare, la ragazza guarda per caso la giacca e da un grido di sorpresa: la giacca era già bell'e rattoppata, e così bene, che pareva quasi nuova. In una manica c'era appunto un ago.
- E' l'ago della signora!
Infatti l'ago non era più al posto, dove la signora lo aveva messo.
- Zitta, figliuola; quest'ago è la nostra fortuna.
Il padrone della giacca venne a riprenderla, e rimase contentissimo del lavoro. Chiunque vedeva quella raccomodatura, restava meravigliato.
E gli avvenatori tornarono ad affluire alla botteguccia del sarto. Sul banco c'era sempre una montagna di vestiti ve*cchi, così stra*cciati che neppure il cenciai0 li avrebbe voluti. Il sarto se ne stava tutta la giornata seduto davanti la porta con le mani in mano canterellando:
- Il mal tempo de n'è andato,
- Il bel tempo è già tornato.
Zun! Zun! Zun!
- Sarto, e il lavoro chi lo fa?
- Lo faccio io.
- Stando con le mani in mano?
- Stando con le mani in mano.
Verso sera gli avvenatori tornavano e trovavano tutto bell'e allestito. Le raccomodature erano fatte così bene, che quei vestiti vecchi parevano quasi nuovi.
- Sarto, e il lavoro chi l'ha fatto?
- L'ho fatto io.
- Stando con le mani in mano?
- Stando con le mani in mano.
Un giorno il Reuccio, passando a cavallo insieme con uno scudiero davanti la bottega del sarto, vide la ragazza che stava a sedere accanto al padre e rimase incantato di quella bellezza.
- Ha un aspetto da Regina!
- Ma è senza braccia, Reuccio!
- Peccato!
Ci ripensò tutta la notte, e il giorno appresso volle rivederla. Passò a cavallo, insieme con lo scudiero, e rimase più incantato del giorno avanti.
- Ha un aspetto da Regina. Pec*cato non abbia le braccia!
Ci ripensò tutta la notte, e al giorno appresso volle rivederla. Giunto davanti la bottega, sentendo canterellare il sarto, fermò il cavallo:
- Che canterellate, buon uomo?
- Il mal tempo se n'è andato,
Il bel tempo è già arrivato.
Zun! Zun! Zun!
Il Reuccio incantato teneva fissi gli occhi su la ragazza. Il sarto, che non sapeva chi egli fosse, lo sg*ridò:
- Eh, amico! Che guardate?
- Guardo vostra figlia, che è più bella del sole.
- Se fosse più bella del sole, rimarreste acc*ecat0.
- Ahi! Ahi!
Il Reuccio portò le mani agli occhi; a quelle parole del sarto gli occhi gli s'erano seccati.
Lo scudiero condusse per mano il Reuccio ciec0 a palazzo, e raccontò quello ch'era accaduto.
Il Re e la Regina montarono in fur0re contro il sarto.
- Vec*chio streg0ne! Arr*estatel0 e conducetelo qui.
Lo legar0no peggio d'un ladr0 e lo condussero innanzi al Re.
- Maestà, io non ci ho colpa!
- Vec*chi0 streg0ne! O rendi la vista al Reuccio, o ti fo arr0stire vivo vivo!
Il p0vero sarto, dallo sp*avent0, era già mezzo m0rt0.
- Maestà, io non ci ho c0lpa!
- Ti do tre giorni di tempo.
E lo fece chiudere in una prigione dello stesso palazzo reale.
Ogni mattina il Re andava a trovarlo, e dallo sportellino dell'uscio gli diceva:
- O rendi la vista al Reuccio, o ti fo arr0stire vivo vivo. E' passato un giorno.
- O rendi la vista al Reuccio, o ti fo arr0stire vivo vivo. Son passati due giorni.
Il p0vero sarto non rispondeva; si stru*ggeva in la*crime, pensando alla figliuola senza braccia, di cui non sapeva niente da più giorni, e che sarebbe rimasta da sola al mondo in balìa della cattiva sorte:
- Figliuola mia sv*entura*ta!
E il Re, dallo sportellino dell'uscio:
- O rendi la vista al Reuccio o ti fo arrostire vivo vivo. Sono passari tre giorni.
- Maestà, non ci ho c0lpe! Grazia Maestà!
Alemno, prima di morire, fatemi rivedere la figliuola!
La grazia gli fu concessa.
Il Re e la Regina, che avevano sentito magnificare da Reuccio la grande bellezza di costei, vollero vederla quand'ella venne a apalazzo reale.
Appena entrata nel salone, dov'essi si trovavano insieme co, Reuccio ciec0, questi, battendo le mani dall'allegrezza, si mise a gridare:
- La vedo! La vedo! Accanto a lei c'è una signora.
Il Re e la Regina credettero che il Reuccio fosse ammattito.
Dov'era quella signora?
- E' lì, accanto a lei, e la tiene per la mano.
- Per la mano? Se non ha braccia!
- Io la vedo con le braccia; ma non vedo voialtri.
Il Re e la Regina, per accertarsi se il Reuccio la vedeva davvero, facevano muovere la ragazza, in punta di piedi, per il salone; e il Reuccio la seguiva con gli occhi ina*riditi:
E' lì... Ora si affaccia alla finestra... Ora fa così col capo... Ora si siede per terra; e la signora che l'accompagna fa pure quel che fa lei.
Il Re e la Regina, stupiti, non sapevano che pensare di quel miracolo.
- Chi è, la bella ragazza, la signora invisibile che vi accompagna?
- Maestà, non lo so; son venuta a palazzo....Ahi! Ahi!
La ragazza sentiva acuti d0lori nel punto dove avrebbero dovuto essere attaccate le braccia.
- Ahi! Ahi!
Ed ecco venirle fuori prima la punta delle dita, poi le mani, poi i polsi, poi gli avambracci, poi le braccia intere, bellissime e bianche come l'alabastro.
- Il Reuccio, urtando il Re e la Regina, si pre*cipitò verso la ragazza, le prende ansiosamente le mani e comincia a strofinarle su gli occhi:
- Manine fatate, sanatemi voi!
ma strofinava inutilmente.
- Manine fatate, sanatemi voi!
Ma strofinava inutilmente.
- Zitti - fece il Reuccio. - La signora parla.
Il Re e la Regina, dopo tutto quello che avevano visto, erano proprio atterriti di quella signora invisibile.
- Che dice?
- Manina, manina,
Non è mano di Regina.
Per toccare e sanare
Di Regina diventare.
Era chiaro: se il Reuccio voleva recuperare la vista, doveva sposare quella ragazza.
La Regina si s*degnò:
- Sposare a figlia d'un sarto!
Ma il Re, che voleva molto bene al figliuolo, non se lo fece ripetere due volte.
- Siano mani di Reginotta; parola di Re!
E gli occhi del Reuccio, toccati dalle mani della ragazza, tornarono a un tratto qali erano una volta, anzi più vivaci e più splendenti!
Naturalmente il sarto fu cavato di prigi0ne e si cominciarono subito i preparativi delle nozze del Reuccio.
La ragazza, vestiva con gli abiti da Reginotta, pareva davvero un sole.
La ragazza, senza scomporsi, andò di là, prese l'ago datole dalla signora e, inginocchiandosi, cominciò umilmente il rammendo del manto della Regina.
La Regina, vedendola così rassegnata, diventò una vi*pera:
- Non sapete dare nemmeno un punto!
E le strappò di mano il manto reale.
- Infatti, - rispose la ragazza - non ho mai dato un punto in vita mia.
L'ago intanto era rimasto attaccato alla stoffa e durante la cerimonia degli sponsali la Regina si sentiva cucire, cucire tutti i panni addosso, senza saperesi spiegare che diamine di lavoro fosse quello. Era così ravviluppata, che non poteva muovere le gambe.
E l'ago cuciva, cuciva, cuciva; e quando non ebbe più niente da cucire nei panni, cominciò a cucire questi alle ca*rni della Regina.
Figuratevi i suoi strilli! Tentava di strap*parsi le vesti; ma la cucitura era così forte, che ci voleva ben altro per disfarla.
E l'ago cuciva, cuciva, cuciva; e la Regina stri*llava come una paz*za, sentendosi trappassare le ca*rni da quella punta aguzza che non esitava un momento. Braccia, spalle, gambe, l'ago cuciva ogni cosa, cuciva, cuciva, cuciva; e gli str*illi della Regina salivano al cielo!
Alla fine, non potendone più, si bu*ttò ai piedi della Reginotta:
- Reginotta, perdono! Salvatemi voi!
La Reginotta, che aveva già capito di esser protetta da una Fata, pregò:
- Fata benigna, salvatela voi!
Appena detto questo, l'ago cessò di cucire, e tutte le cuciture si disfecero da sé.
Reuccio e Reginotta vissero felici e conenti,
E NOI SIAMO QUI, SENZ'AGO NE' NIENTE.
La mente calma e attiva...!
La mente calma è viva...potente...
incredibilmente attiva e tuttavia non è orientata...
verso qualcosa in particolare...
La mente calma è libera dalle parole...
è libera dall’esperienza e dalla conoscenza...
e percepisce quello che è vero...
La sua percezione è diretta...immediata...
è al di là del tempo...
La mente è in silenzio...
solo quando capisce il processo del tempo...
e questo richiede una grande attenzione...
Una mente simile è libera in senso "ASSOLUTO"
non è libera da qualcosa...
La libertà per noi è sempre libertà da qualcosa...
ma questa non è libertà...è semplicemente una reazione...
La mente che si pone alla ricerca della libertà...
non sarà mai libera..
La mente è libera...quando affronta e comprende...
i fatti così come sono...senza interpretarli...
senza condannarli...senza giudicarli...
La mente libera è innocente...
sia che viva cento giorni o cent’anni...
e faccia tutte le esperienze di questo mondo...
la sua innocenza scaturisce dalla sua libertà...
che è "ASSOLUTA"...che non è libertà da qualcosa...
È la mente libera e innocente...
che percepisce la verità...che trascende il tempo...!
Sembra che la maggior parte di noi...
sia completamente assorbita dai problemi...
dell’esistenza di ogni giorno...
L’unica cosa che importa...
è trovare una risposta immediata...
ai nostri problemi quotidiani...
Ma presto o tardi ci accorgiamo che...
queste risposte immediate non ci soddisfano...
perché qualsiasi problema contiene in se stesso...
la sua soluzione...
Solo se riusciamo a capirlo fino in fondo...
in tutta la sua complessità...
il problema si risolve e scompare...!
per sentirsi liberi..sentirsi se stessi...
Possedere quel coraggio di cambiare...
per fare scelte importanti...
fosse anche per l'annesima volta...
È così che si diventa ribelli...equilibristi...
barcollanti sul filo della vita...
pronti sì a cadere...pur di non strisciare...!
negare il male può rivelarsi un’impresa pericolosa...
E’ proprio quando cerchiamo di cancellare il male...
dalla nostra vita...che rischiamo di esserne posseduti...
Siamo uomini...quindi...
fallibili e incoerenti per definizione...
E quando tentiamo...scioccamente...
d' essere perfetti...
ci trasformiamo in ciò che prima odiavamo...
Spesso senza neppure rendercene conto...
L 'UNICA MORALE È L' AMORE
Ogni uomo è un misto di luci e ombre...
luce è la bontà del sentimento...:
amore...gioia...felicità...
Ed è l’amore l’unica forza con la quale...
tendi a realizzare cose inimmaginabili...
aumentando i battiti cardiaci riscalda...
e provoca un enorme altruismo..
salvando l’ uomo da ogni malattia...
delusione e malinconia...
L’amore rende bello...
anche ciò che per natura bello non è...
ispira e dà forza...
alle persone che ci stanno accanto...
Rispondendo alle domande dei giornalisti, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha dichiarato: "Nessuno vuole difendere la pena di m0rte per gli om0sessuali, come qualcuno vorrebbe far credere". "I noti principi del rispetto dei diritti fondamentali della persona e del rifiuto di ogni ingiusta discriminazione - che sono sanciti a chiare lettere nello stesso Catechismo della Chiesa cattolica - escludono evidentemente non solo la pena di m0rte, ma tutte le legislazioni penali vi0lente o discriminatorie nei confronti degli om0sessuali". Il numero 2358 del Catechismo della Chiesa cattolica afferma: "Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova".
"Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione", aggiunge il Catechismo. Secondo il portavoce vaticano, la proposta francese non solo cerca di "depenalizzare l'om0sessualità", "ma di introdurre una dichiarazione di valore politico che si può riflettere in meccanismi di controllo in forza dei quali ogni norma (non solo legale, ma anche relativa alla vita di gruppi sociali o religiosi) che non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale può venire considerata contraria al rispetto dei diritti dell'uomo".
"Ciò può diventare chiaramente strumento di pressione o discriminazione nei confronti di chi - solo per fare un esempio molto chiaro - considera il matrimonio fra uomo e donna la forma fondamentale e originaria della vita sociale e come tale da privilegiare", ha spiegato padre Lombardi. "Non per nulla meno di 50 stati membri delle Nazioni Unite hanno aderito alla proposta in questione, mentre più di 150 non vi hanno aderito - ha concluso -. La Santa Sede non è sola".
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Questo scritto vale più di ogni altro commento...!
Tanti...tantissimi Auguri di...
"Buon Compleanno"
Ciao:-))